A distanza di due mesi dalla diffida della Lega Pro, il manto erboso del “Franco Scoglio” torna sfortunato protagonista. Ad inizio dicembre la terza serie nazionale chiese all’Acr Messina di «riportare il terreno ad uno stato decoroso e praticabile», evidenziando come «il mantenimento in efficienza è condizione imprescindibile per l’utilizzo dello stadio» e auspicando «un piano dettagliato di interventi di manutenzione che garantisca il ripristino del manto erboso».
Due mesi dopo le gare giocate (nel fango) contro Monterosi, Potenza, Turris e Picerno la storia si è ripetuta anche perché un doppio turno casalingo (Avellino e Catanzaro) e un turno infrasettimanale hanno originato ben tre gare casalinghe in tre domeniche consecutive. Con il Cerignola si sono quindi rivisti gli irregolari rimbalzi del pallone e le porzioni di campo prive di manto erboso, denunciate anche dal tecnico della capolista Vincenzo Vivarini. Serve però a poco mugugnare per le (legittime) critiche arrivate dagli avversari di turno.
La realtà è che i problemi si verificano da quasi vent’anni, dal celebre precedente del 18 dicembre 2004, quando dopo 23 minuti fu sospesa per impraticabilità di campo la sfida con l’Atalanta, vanificando anche il rigore trasformato da Arturo Di Napoli. Per non parlare del doppio rinvio della sfida con il Castrovillari, tra l’ottobre e il novembre 2018, giocata (finalmente) in terza battuta a dicembre, dopo i precedenti tentativi infruttuosi. Il mancato drenaggio, insomma, resta un’autentica iattura.
A poche ore dalla conclusione del match tra Messina e Cerignola si è corso nuovamente ai ripari. Effettuate una livellatura del terreno, l’ennesima risemina e la relativa concimazione, questa volta “integrale”, come assicurano i responsabili. In pratica, oltre che nell’intero rettangolo di gioco si è intervenuto anche all’esterno, dal momento che sotto la Curva Sud, in prossimità del sottopassaggio e dell’ingresso in campo, era presente soltanto terriccio. Tra due settimane, domenica 19 febbraio, si giocherà la gara tra Messina e Fidelis Andria e i “miglioramenti saranno tangibili”, ribadiscono dai Vivai Calatozzo.
Per fronteggiare l’insufficiente drenaggio, riemerso con un paio di giornate di pioggia alla vigilia di Messina-Catanzaro, bisognerà però attendere la fine del campionato e quindi almeno fine aprile. I lavori necessari sono piuttosto invasivi e richiedono circa un mese di interventi. La Messina Servizi, partecipata del Comune che gestisce il “Franco Scoglio”, potrà programmarli soltanto prima dell’estate, quando sono in programma i concerti di Tiziano Ferro (il 4 luglio) e dei Pinguini Tattici Nucleari (il 30 luglio). L’auspicio è che se ne prenda atto anche a Palazzo Zanca, altrimenti i disagi si ripresenteranno nel prossimo autunno, alle prime piogge.
Ed adesso non c’è neppure l’alibi del consistente sforzo al quale era sottoposto il terreno quando lo stadio ospitava anche le gare di Città di Messina e Football Club. Il più grande impianto sportivo della città deve ospitare soltanto diciannove gare l’anno e la metà stanno conquistando la ribalta delle cronache per un manto erboso che non filtra l’acqua e finisce quindi per essere sradicato dai tacchetti dei ventidue in campo. Un disagio che si ripropone da vent’anni in una città immobile, che non a caso fatica ad attrarre nuovi investitori.