Mauro Nucaro è un fiume in piena. L’imprenditore calabrese ha formalizzato la sua offerta alla proprietà dell’Acr Messina e ora attende una risposta definitiva: “La possibilità c’è, dipende dall’attuale proprietà, da cui attendo la documentazione. Ho avuto un contatto con il direttore Pasquale Leonardo. Con Pietro Sciotto eravamo stati vicini a un accordo già tre anni fa, quando la squadra fu affidata ad Antonio Venuto, che conoscevo. All’epoca avremmo dovuto dividerci le quote alla pari e magari avremmo vinto quel campionato. Ma Sciotto voleva cedere soltanto il 30% e non se ne fece nulla”.
Sfumato il possibile approdo in riva allo Stretto, Nucaro decise di investire a Corigliano: “Abbiamo vinto due campionati. L’anno scorso avevamo allestito una bella squadra, tesserando tanti ex messinesi, tra cui Catalano, un autentico lusso per la categoria. Avevamo anche vinto a Messina contro il Fc. Poi per via di un imprevisto nel mio percorso, da cui sono uscito alla grande, sono stato costretto ad allontanarmi”.
Per dovere di cronaca, l’imprevisto è l’inchiesta giudiziaria sulla Sogefil, una spa incaricata della riscossione tributi, che aveva di riflesso condizionato il club. La rosa venne ridimensionata e i biancazzurri conquistarono appena un punto in quattordici gare. “Ma a dicembre sono rientrato e grazie ai rinforzi sul mercato siamo tornati in corsa. Senza il Coronavirus e l’interruzione del campionato ci saremmo salvati sul campo. Al momento, anche se a pari punti con il Roccella, siamo condannati all’Eccellenza. Ma loro rischiano una penalizzazione, che potrebbe arrivare da qui a metà luglio”.
In cosa consistono le due proposte formalizzate alla famiglia Sciotto? “Ci siamo incontrati mercoledì scorso a Messina. Se teme le contestazioni del tifo e vuole lasciare definitivamente sono disponibile ad analizzare le carte: ci sono infatti alcune questioni da chiarire con ex dipendenti. Se non ci sono sorprese, sono pronto a rilevare il 100% del club, anche se preferirei che Sciotto restasse almeno come sponsor. Viceversa, se non vuole uscire da sconfitto dopo tre anni di grandi investimenti, sono disponibile a rilevare soltanto il 50%. Sarei contento se rimanesse al mio fianco, anche perché nel calcio basta poco per svoltare”.
Nucaro sa che servono risultati e non chiacchiere, nelle quali Messina eccelle ormai dal lontano 2009. “Di bando sugli stadi non ne abbiamo parlato, mi interessa soltanto il campo. Mercoledì scorso era presente il mio staff, per dare prova di serietà. Gente che ha già vinto tra i professionisti. Abbiamo individuato un ds, cinque giocatori di prima fascia che affiancherebbero Catalano e contattato under di importanti formazioni “Primavera”. Non faccio nomi, perché c’è chi è sotto contratto. E se a Messina non si farà nulla verranno con me a Rossano”.
Qual è il piano B di Nucaro? Si era parlato anche di Acri, altro centro silano… “Corigliano e Rossano si sono unite in un unico comune, che non ha il blasone di Messina ma rappresenta di fatto già la quarta provincia della Calabria. Abbiamo avuto una deroga per l’utilizzo dello “Stefano Rizzo” di Rossano e quest’anno andremmo a giocare lì, puntando a un campionato di vertice. Poi il campo sarà come sempre il giudice supremo”.
Se invece il piano A andrà in porto, Nucaro dovrà fare i conti con la presa di posizione del tifo organizzato: “Messina è una grande piazza, in cui si può fare calcio, ma ci sono due società. Se il presidente del Fc Rocco Arena vuole sedersi con noi al tavolo, senza atteggiamenti sbagliati, siamo pronti a discuterne. L’unione può fare la forza”.
La prima avventura nel calcio del vulcanico numero uno del Corigliano era arrivata però nel capoluogo: “A Cosenza quattordici anni fa presi la squadra penultima con tre punti e risalimmo fino ai play-off, poi persi con il Siracusa. All’epoca ho avuto dei problemi con alcuni calciatori, ma poi ci siamo chiariti. C’era anche il Rende di Massimiliano Mirabelli, che poi andò a fare calcio a Cosenza, trasferendo il titolo, e quindi io decisi di farmi da parte, anche perché vi erano state contestazioni pilotate”.
Ma perché Nucaro, già attivo nell’eolico, vuole investire a Messina? “Lavoro nel settore energetico. Grazie proprio all’intuizione di un messinese, il professore universitario Giacomo Dugo, dal 2016 sto realizzando piantagioni di bambù. È un settore inedito, in cui c’è ancora poca concorrenza. Abbiamo già un centinaio di ettari di terreni tra Calabria, Basilicata, Lombardia e impianti in Africa, dove ci affiancano partner inglesi e libanesi. Abbiamo previsto la creazione di altri 150 ettari di piantagioni tra Catania e Palermo. Per cui in Sicilia ci arriverò comunque”. Indipendentemente dall’Acr di Sciotto.