Il nuovo allenatore dell’Acr Messina Raffaele Novelli sta contribuendo in prima persona alla costruzione del rinnovatissimo organico: “Siamo in costante contatto con la proprietà. Chi viene sullo Stretto deve farlo con senso di appartenenza, per una piazza importante, con storia e cultura: dovremo rappresentarla al meglio. Servono basi forti e solide per far crescere il progetto”.
Il mercato ha regalato fin qui gli innesti di elementi esperti come Manzo e Vacca e dell’under Mancuso: “Elementi che hanno le caratteristiche che cerchiamo. Servono uomini prima che calciatori, che devono avere fame”. Sulle eventuali conferme di Arcidiacono, Sampietro e Cristiani, però non si sbilancia: “Stiamo facendo attente valutazioni. Calciatori e staff devono essere orgogliosi di far parte del progetto e restare umili”.
Novelli ha la fama di “zemaniano”, proprio come i predecessori Modica e Biagioni: “L’etichetta è questa e mi fa piacere. Conosco il mister dal 2001, abbiamo un ottimo rapporto e condividiamo lo stesso calcio offensivo. Con il figlio Karel non ci siamo sentiti, ma so che è un tecnico preparato”.
L’Acr arriva dopo dieci campionati di C e una sola D a Campobasso: “Ma i principi del calcio sono universali e l’anno scorso ho seguito da vicino due gironi. Mi tornerà utile anche l’esperienza con la “Primavera” del Genoa: centrammo i playoff, portando vari giovani in prima squadra. In passato ho già rispettato la regola degli under, guidando in C formazioni giovanissime, che avevano solo tre over. Nell’Acr invece ci sarà il giusto equilibrio”.
A Fc Messina, Acireale e Licata vanno fin qui i favori del pronostico: “Non guardo agli altri, ma li rispetto. Sono buone squadre, partite un paio di settimane prima rispetto a noi. Dobbiamo creare un buon gruppo di lavoro e poi raccogliere i frutti. All’inizio tutte le squadre vogliono vincere, ma alla distanza emergono il lavoro e la qualità”.
Radio-mercato affianca l’ex calciatore del Palermo Marco Ciardiello all’Acr: “C’è una lista di papabili collaboratori ancora da definire e lui potrebbe essere nello staff, insieme ad altri professionisti che hanno già lavorato con me. Dal 24 agosto saremo a Polla, per tre settimane. Faremo molto lavoro fisico. Prevedo diverse amichevoli, a seconda dei carichi di lavoro, se la Coppa Italia salterà”.
Il curriculum di Novelli non ha scaldato la piazza, anche se spiccano stagioni di vertice con Melfi, Foggia e soprattutto Pro Patria: “Non sono qui per vendere la mia immagine. Il campo dà sempre tutte le risposte. Quell’anno in Lombardia avevamo problemi economici e non abbiamo percepito stipendi: ci mantennero i tifosi. Abbiamo vinto il campionato, ma negli almanacchi resta il terzo posto per via dei sette punti di penalizzazione. Abbiamo perso la C1 nell’ultimo minuto nella finale, ma sarebbe sfumata comunque per le difficoltà del club”.
Tante altre avventure si sono concluse invece prematuramente e il nuovo tecnico non lo nasconde: “Esoneri ed esperienze deludenti fanno parte del calcio e fanno crescere. Ci sono squadre che mi hanno salutato in inverno e poi sono retrocesse nonostante i rinforzi. Melfi e Manfredonia sono state le più giovani del girone e abbiamo lanciato elementi che poi hanno giocato in categorie superiori, come Burrai e Genchi. In quella C ho incrociato grandi realtà come Cremonese e Padova e allenatori come Allegri e Mondonico”.
L’ultima avventura all’estero, in Francia, dopo una tappa in Svizzera a inizio carriera: “Parlo quattro lingue e questo mi ha aiutato. È stata un’esperienza formativa, molto diversa dall’Italia, in un campionato con un pubblico degno della nostra serie B. A Pau avevamo 3-4mila spettatori, ma ne abbiamo trovato 20mila in piazze come Le Mans. Avevamo over esperti e tanti africani, come lì capita spesso. Abbiamo offerto un ottimo calcio, ottenendo importanti riconoscimenti dalla stampa”.