Dal 6-0 rifilato al Troina alla gara senza reti contro il Licata. L’attacco dell’Acr Messina è rimasto questa volta a secco. Un pari che per il tecnico giallorosso Raffaele Novelli si spiega anche così: “Sicuramente, rispetto alla gara precedente, il Licata era un avversario con caratteristiche diverse. Si è disposto a giocare a cinque, mentre aveva sempre adottato il 4-3-3 aperto lanciandosi negli spazi. Il campo è ancora pesante, ha piovuto tanto da domenica, quando abbiamo speso moltissimo, invece loro avevano giocato in casa sul campo in sintetico e il dispendio fisico è differente”.
“Siamo partiti bene, abbiamo creato diverse occasioni importanti – analizza Novelli – ma abbiamo anche rischiato in ripartenza ed è normale se cerchiamo di fare la partita. Loro hanno lasciato uno davanti, uno in mezzo alle linee e pensavano a ripartire. Queste sono le partite della maturità e spesso molte volte si rischia di perderle. Noi siamo riusciti a non rischiare e a non perdere equilibrio”.
I gialloblù hanno chiuso tutti gli spazi e Novelli ha provato a cambiare l’atteggiamento tattico nell’ultimo quarto d’ora, quando è entrato Manfrellotti per Arcidiacono. Si poteva fare prima? “Queste situazioni le abbiamo fatte anche in passato. Non avevo pensato ad altre modifiche perché cambiando si perdono distanze e idee di gioco. Abbiamo Manfrellotti che non ha 45-50 minuti sin da subito nelle gambe ma ci arriverà. Rifarei, comunque, le stesse scelte. Aliperta aveva speso tanto domenica ed era stato ammonito, quindi per stanchezza non potevamo rischiare qualche squalifica. Abbiamo ruotato tutti i giocatori, alcuni provengono da infortuni anche perché giocare a distanza di tre giorni non è facile. È mancata la cattiveria sotto porta ma sotto l’aspetto della partecipazione e volontà la squadra ha dato tanto”.
L’Acireale ha perso, l’Fc non è andato oltre il pari. I risultati delle maggiori rivali hanno sorriso all’Acr Messina, ma Novelli avverte: “Ripeto rischiando di essere ripetitivo: non guardo gli altri campi. Oggi ho visto tanti aspetti positivi, come il distanziamento tra i reparti anche se con qualche errore. Potevamo fare qualcosa di diverso in alcune occasioni, ma ci voleva più freschezza mentale e fisica. In alcune circostanze potevamo fare più tiri, altre volte serviva maggiore possesso palla. Molte volte si guarda unicamente il risultato ma c’è anche altro. Al bar ho incontrato un tifoso che mi ha regalato la sua sciarpa, ciò mi ha reso felice, specie in un anno in cui loro non possono accedere allo stadio. Spero di gratificarli con le prestazioni e nell’applicazione in campo”.