Nino Molino è sicuramente uno degli allenatori che rappresentano un vanto ai massimi livelli per la città di Messina. Un allenatore e commissario tecnico federale che ha iniziato la propria carriera in riva allo Stretto già nel lontano 1980 e durante la sua esperienza da tecnico ha centrato due medaglie con la Nazionale Under 20 femminile agli Europei 2013 e 2014 oltre a 2 scudetti (Taranto e Napoli, ndc), 2 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia e 2 promozioni dalla A2 con i club. Da sempre riconosciuto dagli amanti della palla a spicchi siciliana il tecnico con cui identificarsi idealmente e che ha fatto crescere in prima persona il movimento cestistico in rosa, un binomio questo che si è sublimato nell’ultimo triennio e mezzo speso a Ragusa sponda Passalacqua, squadra diventata antagonista numero uno allo strapotere nazionale della corazzata Famila Schio e supportata da un’intera regione innamoratasi follemente dei canestri. Da inizio febbraio Nino Molino però non è più l’allenatore delle iblee, separazione che ha fatto scalpore dopo la crescita esponenziale del club ma che per il coach non ha certo rappresentato la fine di tutti i progetti sportivi.
“Sono stato costretto a restare fermo, mi è pesato ma avevo un contratto in essere con la società fino allo scorso 30 giugno. Ho cercato recentemente un accordo con altro club di A1 ma non è stato possibile definirlo per via di alcune scelte diverse che non mi convincevano appieno. Ho anche avuto contatti con club stranieri ma non c’è stata la fumata bianca. Adesso sono a Messina e spero che arrivi la chiamata giusta in corso d’opera o eventualmente aspetterò la fine del 2016. A breve vedrò le varie squadre impegnate in alcuni allenamenti, sono questi gli albori della nuova stagione sportiva”.
Legame forte con la propria terra, da siciliano sono tante le emozioni vissute sulla panchina di Ragusa, arrivata per due volte ad un passo dalla conquista dello scudetto dei miracoli.
“Le annate spese a Ragusa sono ricche di emozioni, all’inizio quando arrivai nel 2012 la società era ben strutturata ma non era riuscita a centrare il grande salto dalla A2 e pagava lo scotto di non convincere completamente le atlete dal punto di vista logistico. Centrata la massima serie sin dal 2012 e concluso l’anno dopo da matricola una stagione al piano superiore da record con lo scudetto perso solo alla bella in casa di Schio la città si è innamorata pazzamente della sua squadra e fatto capire che anche al Sud si possa fare sport ad alti livelli. Negli ultimi due anni le cose sono cambiate, prima eravamo noi a contattare procuratori e atlete per farle sposare il nostro progetto, adesso sono le stesse giocatrici che si propongono pur di venire in Sicilia”.
Sguardo competente ed interessato alle giovani. Per anni responsabile della Nazionale Under 20, ideale trampolino di lancio per la Nazionale maggiore ecco l’analisi di coach Molino sul momento vissuto dalla pallacanestro e relativo alla crescita di nuovi ricambi generazionali in ottica maglia azzurra.
“I club negli ultimi anni si stanno muovendo bene anche per convenienza, far crescere giovani futuribili in ottica prima squadra ti permette di poter intercettare i premi NAS (atleti svincolati) facendo sì che il movimento migliori e crei nuovi giocatrici. L’Italia a livello giovanile negli ultimi dieci anni ha spesso centrato medaglie europee e nel ranking continentale si attesta al terzo posto. Cosa che non succede per la Nazionale maggiore nonostante il nucleo fondante debba essere idealmente quello dell’under 20. L’Italia maggiore fatica a estare tra le prime otto, uscendo al primo turno ed anzi fallendo alle volte la qualificazione a fronte delle più giovani che hanno invece centrato tre medaglie in sequenza. Qualcosa va rivisto a livello generale”.
Ecco di seguito stilata la personale classifica dei valori sulle gerarchie della prossima serie A1, torneo che per coach Nino Molino non dovrebbe discostarsi tecnicamente da quello visto nelle passate edizioni. Inoltre si sottolineano i consigli disinteressati a tutto il settore femminile espressi da un tecnico che, pur vincendo, resta sempre attento e propenso a migliorare se stesso e i fruitori della pallacanestro nazionale.
“Va detto che il gap tra le prime cinque squadre ed il resto del lotto è immutato e possibilmente si è ampliato. Le possibilità economiche sono diverse e di conseguenza muta il valore dei roster. Oltre a Schio e Raguse, due top team vedo anche Venezia, Lucca e Napoli che dovrà scegliere la giocatrice giusta sotto canestro per poter dire la sua. A seguire farà da collante col resto del lotto San Martino che partirà con due sole straniere ma potrà variare formula in corsa d’opera. Spesso ci si concentra e si richiede maggiore visibilità per le nostre ragazze ma credo che la stessa vada conquistata sul campo, bisogna saper offrire sui parquet uno spettacolo adeguato alla categoria ed ai tifosi che vogliono divertirsi. La verità è che non dobbiamo mentire a noi stessi, non esiste piena identità tra basket maschile e femminile. La struttura fisica cambia totalmente per cui credo che non sia un’eresia chiedere un cambio di regole, in tal senso da anni avanziamo alla FIBA la richiesta di abbassare i canestri. Se non si offre spettacolo le presenze nei palas calano mentre è chiaro che il pubblico vuole le belle giocate, chiederà sempre una schiacciata di grido o un assist smarcante. Allora dico di mettere le donne nelle condizioni migliori di replicare quello che fanno gli uomini con adeguati correttivi al regolamento, una cosa non scontata. Ribadisco la qualità di coach, giocatrici, società alle loro spalle è molto alta ma con piccole modifiche il movimento potrebbe definitivamente centrare il decollo e valorizzare tutto quello che a livello giovanile la Federazione ottiene da anni con le proprie ragazze. Va rivisto qualcosa per ottenere un miglioramento pieno e definitivo”.
Per concludere il capitolo riguardante il suo futuro. In molti si chiedono dove sarà possibile rivedere Nino Molino che, per propria ammissione, non vuole sbagliare meta finale, pur attendendo con impazienza la prossima avventura.
“Sono uomo di campo, fatico a stare fermo ma so che ormai le squadre sono tutte delineate ed il mercato è pressocchè fermo. Voglio muovermi in Sicilia per studiare qualche nuovo collega che non conosco ma che sa lavorare bene. Inoltre sosterrò qualche collaborazione con i club che ne avranno voglia perché ciò mi permette di studiare, impegnarmi nell’allenamento e non restare inerte, cosa da evitare nel nostro mestire”.