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Di Nicola a sorpresa in aula: “Devo chiedere scusa ad Arturo Di Napoli”

Sono iniziate poco prima delle 17.30 le arringhe dei difensori dei 28 soggetti ricorrenti, chiamati ad illustrare le proprie posizioni ed a replicare alle nuove accuse della Procura Federale. Il primo filone è ancora una volta quello legato ad Astarita, Ciccarone, Iannazzo, Moxedano, Ruga, Akragas, Pro Ebolitana, Sorrento e Frattese (attuale vice-capolista del torneo di D, con due punti da recuperare rispetto alla Cavese capolista, per la quale il -1 inflitto in primo grado pesa ovviamente tantissimo).

Giammaria Camici
Il sostituto procuratore Giammaria Camici

L’Akragas ha contestato in particolare la quantificazione della penalizzazione inflitta in primo grado, ovvero il -3 che da quota 31 l’ha fatto scalare agli attuali 28 punti. Secondo i legali del club siciliano, condannato per responsabilità oggettiva, la sanzione è eccessiva rispetto alle effettive contestazioni avanzate. La parola passa insomma alla Corte Federale d’Appello.

Alle 18.30 è scattata invece la trattazione del secondo dei quattro filoni, che vede imputati Ascari, Ciardi, Di Nicola, Di Napoli, Garaffoni, Solidoro, L’Aquila, Santarcangelo e Savona. Ed a sorpresa è intervenuto in aula anche Ercole Di Nicola, ex responsabile dell’area tecnica de L’Aquila, grazie all’attenuazione delle misure cautelari alle quali era sottoposto da nove mesi e che non gli avevano consentito di rendere dichiarazioni spontanee nel corso del processo di primo grado.

Antonella Arpini
Il sostituto procuratore Antonella Arpini

“Sono l’imputato storicamente più punito del calcio italiano, con complessivi 14 anni di squalifica e 280.000 € di ammenda. Un’enormità rispetto alle reali responsabilità, che pure mi assumo. Sono qui perché devo chiedere scusa al collega Vincenzo Nucifora, al calciatore Mirko Garaffoni ed al tecnico Arturo Di Napoli, coinvolto erroneamente in questa vicenda per la trattativa relativa all’acquisto di Daniele Gizzi. Sono mortificato per tutte le conseguenze che hanno dovuto sopportare, riconducibili alla mia condotta. Devo chiedere scusa anche a L’Aquila, che avevo condotto dall’Eccellenza ai play-off per la B, e che con una pesantissima richiesta di penalizzazione è stata costretta a fare i conti con un secondo terremoto, sportivo, dopo quello che ha devastato recentemente la città”.

Amaro l’intervento dell’ex ds abruzzese, che alle ammissioni per una condotta tutt’altro che ineccepibile ha unito anche il risentimento per pene ritenute spropositate: “La mia carriera, dopo nove promozioni conquistate sul campo, è stata stroncata prematuramente da una radiazione. Per oltre due mesi sono rimasto sulle prime pagine dei giornali ed è stato difficile spiegare il perché alla mia famiglia. Mi sentivo evidentemente onnipotente e certe frequentazioni nel mondo del calcio le paghi. Credo che non debba comunque essere macchiata la mia vita privata: sono stato anche consigliere comunale e gestisco con profitto una cooperativa”.

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