La permanenza a Messina di Vincenzo Nibali, nei primi giorni del nuovo anno, è particolarmente densa di impegni. Il 6 gennaio si rinnoverà infatti l’appuntamento con la pedalata benefica contro la Duchenne e Becker, organizzata dagli Amici di Edy, che lo vede da sempre nelle vesti di principale testimonial. Intanto lo Squalo dello Stretto ha presentato alla “Feltrinelli” il suo libro dal titolo “Di furore e lealtà”, prima fatica letteraria nella quale ha raccontato le gesta di una carriera esaltante.
Nell’incontro, moderato dal giornalista Paolo Cuomo, il campione ha ricevuto l’abbraccio dei messinesi e firmato autografi, svelando i passaggi più importanti dell’opera, scritta con il supporto di Enrico Brizzi. “Ho scelto Brizzi perché lo ritenevo il più adatto per un testo di questo tipo. All’interno non vi sono allenamenti e tabelle, bensì il percorso che ho compiuto per arrivare a questi successi. Nella biografia sono contenuti dei racconti veri, non c’è nulla di inventato e Brizzi ha saputo esaltare il tutto con grande semplicità”.
Analizzando i vari trionfi, su tutti Vuelta, Giro d’Italia e Tour de France, il ricordo va soprattutto agli inizi, nella sua Messina. “Sono cresciuto qui, pedalando con la bici per le traverse cittadine. Devo ringraziare ovviamente i miei genitori per gli enormi sacrifici che hanno fatto per portarmi in giro per la Sicilia e farmi scoprire da nuove società. A quei tempi mi allenavo sui Colli o giungendo fino a Capo d’Orlando. Pensavo a divertirmi, correndo senza assilli. Per cercare il salto di qualità sono stato costretto ad andare fuori dalla mia Regione, trasferendomi in Toscana. Lì non ho trovato soltanto un team, ma una vera famiglia”. A Mastromarco, dove arrivò a 15 anni, viveva infatti in una mansarda sopra la casa della famiglia Franceschi.
Sul curioso fuori programma avvenuto qualche ora fa, con gli agenti della Forestale che lo hanno fermato durante un allenamento alle Quattro Strade, chiarisce: “Non voglio assolutamente sminuire il lavoro dei Forestali che è stato encomiabile dopo la neve caduta nei giorni scorsi. Ho semplicemente dribblato una transenna, ma è stata più la modalità con la quale mi hanno fermato a lasciarmi di stucco”.
La lotta al doping lo vede oggi in prima fila. “L’Uci si è ormai specializzata nei controlli. La ricetta giusta è stata quella di effettuarli a sorpresa. Un’autentica rivoluzione, in una fase di ricambio generazionale, per garantire una maggiore chiarezza”.
L’agenda del 2015 di Nibali è fitta, con un appuntamento cerchiato in rosso nel calendario. “Affronterò inizialmente il Tour di Dubai, per poi essere in Oman. Quindi mi dedicherò alla Tirreno-Adriatico ed alla Milano-Sanremo. Lascio, però, una porta aperta al Giro d’Italia. Il mio desiderio per la corsa rosa è anche quello di poter correre presto una tappa a Messina. Magari accadrà già nei prossimi anni. L’obiettivo principale di questa stagione resta comunque il Tour de France”.
Già, perché l’idea di bissare l’incredibile trionfo dell’anno appena andato in archivio è il suo pallino. “Dalla vittoria al Tour è derivato anche un senso di grande responsabilità nei confronti dei tifosi che mi seguono con affetto. Il mio pensiero fisso è quello di cercare nuovi stimoli. Bisogna sempre resettare tutto e porsi altri obiettivi. Anno dopo anno ho dimostrato grande costanza e per fortuna le vittorie non sono mai mancate”.