“Il secondo posto per me è una sconfitta, ma alla fine, per tutto quanto successo in questa stagione, posso ritenermi soddisfatto”. Sono queste le prime parole di Vincenzo Nibali, subito dopo aver tagliato il traguardo della 112esima edizione de “Il Lombardia”, vinta dal francese Thibaud Pinot.
Il campione messinese fa riferimento a quanto successo nella tappa del Tour de France, con arrivo all’Alpe d’Huez: una rovinosa caduta, provocata da un incauto spettatore, lo ha costretto al ritiro a causa della frattura a una vertebra. Un infortunio grave, ma il fuoriclasse della Bahrain Merida non ha mollato e nel giro di qualche settimana si è rimesso in bici e a tempo record si è schierato al via di una corsa a tappe, la Vuelta a Espana. Quasi un miracolo sportivo.
Nibali non ha potuto chiedere molto alla corsa spagnola, solo ritornare a riprendere una condizione di forma accettabile per poter competere nel Mondiale, suo grande obiettivo stagionale. La prova iridata di Innsbruck presentava un tracciato impegnativo, ideale alle caratteristiche del ciclista siciliano. Un appuntamento programmato da tempo a cui Nibali non voleva rinunciare: nella prova iridata è arrivato però solo un anonimo 49esimo posto.
Il campione voleva chiudere in bellezza la stagione, iniziata con l’esaltante successo alla Milano-Sanremo e si è allora preparato per Il Lombardia, gara vinta già due volte. La Classica delle Foglie Morte è stata affrontata subito ad andatura elevata. Il gruppo si è selezionato salita dopo salita e sul temutissimo Muro di Sormano l’attacco decisivo. Ad accendere la miccia a 40 km dal traguardo lo sloveno Roglic. A rispondere Pinot e Nibali. Sui tre di testa si è riportato successivamente il colombiano Bernal. Il quartetto al comando è riuscito a fare la differenza sugli inseguitori, in particolare sul campione del mondo, Alejandro Valverde.
Sulla salita di Civiglio l’epilogo: ritmo infernale di Pinot. Si staccano Roglic e Bernal, mentre Nibali cerca in tutti i modi di dominare la furia del transalpino. Lo “squalo dello Stretto” sfodera grinta e tenacia, regge per tre scatti, ma all’ennesimo attacco di Pinot è costretto ad alzare bandiera bianca. Mancano 14 chilometri e il portacolori della Groupama FDJ si invola solitario verso il traguardo di Como; per lui è il primo successo in una Classica monumento. Nibali non naufraga e resiste al ritorno degli avversari, tagliando il traguardo con 32” di ritardo. Il podio è completato dal belga Dylan Theuns. Non una sconfitta dunque per Nibali, ma un secondo posto preziosissimo.