Niente da fare a Tokyo per gli azzurri di Davide Cassani, che non partivano favoriti e hanno cercato di anticipare i quotati avversari su un percorso ancora più impegnativo del previsto a causa del caldo. Anche Vincenzo Nibali aveva provato l’azione insieme a Evenepoel, poi Bettiol era stato il migliore dei nostri anche sulla salita del Mikuni Pass, la più dura che culminava a 33 km dalla fine. Ma il 27enne toscano della Ef è stato tradito dai crampi. E c’è da notare che i primi tre classificati siano tutti e tre usciti dal Tour de France (dei cinque azzurri lo aveva corso soltanto Nibali, per due settimane).
Vincenzo non era quello di Rio de Janeiro. Lo “Squalo dello Stretto” arrivava a Tokyo cercando il riscatto dopo la beffa brasiliana, dove una caduta nel finale di corsa lo aveva privato di una sicura medaglia d’oro. Cinque anni in più e una condizione fisica non al meglio, dopo l’operazione al polso antecedente al Giro d’Italia, non gli hanno permesso di essere protagonista. Il ciclista messinese ha perso le ruote dei migliori non appena la strada ha iniziato a issarsi sotto le ruote e a quasi 37 anni deve abbandonare i sogni olimpici.
Moscon ha illustrato le difficoltà azzurre: “È stata una corsa durissima, nella quale il caldo ha fatto la differenza. Noi abbiamo provato ad anticipare, a rompere i piani delle nazionali più attese e a portare via un gruppetto. Dal punto di vista tattico possiamo dire che non abbiamo sbagliato nulla. Non eravamo i favoriti, non era compito nostro tirare, dovevamo muoverci in anticipo e lo abbiamo fatto”.
Nel bilancio di Nibali entrano comunque anche gli aspetti positivi: “Forse vi ho abituato troppo bene. Ci è mancato il risultato finale ma abbiamo corso compatti e giocato le nostre carte nel modo giusto. Abbiamo cercato di anticipare più volte, io sono uscito nel momento giusto con Evenepoel: ci abbiamo provato ma non ci hanno concesso spazio e a quel punto abbiamo fatto il ritmo per far prendere la salita nelle prime posizioni a Bettiol e Moscon. Anche perché chi ha tentato azioni, come me e Remco, poi si è visto presentare il conto. I crampi di Alberto? In giornate così calde e umide può capitare. Sapevamo che erano in grande condizione gli uomini usciti dal Tour… Noi non avevamo un leader unico, ma sono contento perché abbiamo corso da gruppo unito, con un atteggiamento molto buono. Le Olimpiadi? Esperienza molto bella come tutte quelle olimpiche, ogni volta diversa”.