Ai microfoni di Rai Sport, uno stremato Vincenzo Nibali ha espresso tutta la sua soddisfazione per la vittoria colta nonostante una grande sofferenza sul Val Thorens, al termine di un Tour complicatissimo: “Ho provato a fare classifica, ma sono esploso – ha ammesso il corridore messinese –. C’era chi mi diceva di andare a casa, non sono mancati i dissensi. Ma per me era giusto onorare la corsa fino alla fine, anche se la condizione non era la migliore. Alla fine ho avuto ragione”.
Dopo un digiuno lungo un anno, l’obiettivo era proprio un singolo successo di tappa, inseguito già nelle precedenti frazioni: “Anche nella tappa precedente ero andato in fuga fin dall’avvio e ho voluto riprovare. Era una salita interminabile. Una corsa corta, ma tirata come una cronoscalata. Gli ultimi quindici chilometri sembravano non fine mai, come gli ultimi cinquecento metri. È stata una liberazione alla fine”.
Lo “squalo dello Stretto” ripaga così l’affetto dei suoi tifosi, che ha abituato ai trionfi: “Volevo riappacificarmi con il pubblico che mi ha sempre sostenuto, un anno dopo la caduta e quello che è conseguito. Non è stato semplice. Nel frattempo ho ottenuto tantissimi piazzamenti, tanti secondi posti, mi mancava la vittoria, che dedico a mio nonno, che è venuto a mancare, ma anche a tutto lo staff che ha lavorato con me per ritrovare equilibrio e sensazioni positive”.
Un successo conquistato con una stoica resistenza, nonostante le schermaglie degli inseguitori: “Non avevo pressioni dalla squadra. Sapevo che potevo fare qualcosa e negli ultimi giorni sono tornato a crederci. Il premio combattività? Oggi effettivamente non è mancata. Volevo vincere la tappa ma da dietro c’è stata la reazione del gruppo e avevo paura di essere ripreso”.
Infine l’omaggio al vincitore del Tour 2019, il colombiano Egan Bernal: “Ha disputato una grande corsa, ha sofferto ma vive in quota ed è abituato a queste vette. Negli ultimi anni è cresciuto tanto, ha il futuro avanti. Deve continuare così, è un grande giovane, come tanti sudamericani. Anche se lui è cresciuto in Europa e si allenava sull’Etna, da noi in Sicilia”.