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Nibali costretto al ritiro dal Tour per una frattura. Volpi: “Peccato, era in crescita”

Vincenzo Nibali è costretto al ritiro: la frattura di una vertebra costa la rinuncia al Tour de France dopo la dodicesima tappa. Gli esami all’ospedale di Grenoble confermano la prima diagnosi dopo la caduta provocata da due moto a quattro km dall’arrivo all’Alpe d’Huez. Il ds della Bahrein Merida, Alberto Volpi, a Sky Sport, non ha nascosto tutto il suo disappunto. “È un peccato, perché Vincenzo era in crescita di condizione e anche oggi lo aveva dimostrato”. 

Vincenzo Nibali taglia il traguardo, visibilmente provato e dolorante (foto Ansa)

Lo “squalo dello Stretto” aveva ricostruito al traguardo quanto accaduto nel concitato finale di gara: “In quel tratto di percorso cominciavano le transenne, la strada si restringeva e c’è stato un rallentamento: c’era tanta gente per strada e due moto della polizia, io sono scattato dietro a Froome e mi sono ritrovato a terra. Al momento il contraccolpo è stato così forte che faticavo a respirare, ora non riesco a stare in piedi: vedrò col mio osteopata”. Il portacolori del Team Bahrein Merida è rammaricato perché si sentiva in grado di attaccare: “Avevo provato uno scatto prima per capire come stavano gli altri, poi ero pronto a partire nel finale: purtroppo è andata così…”.

Nibali sollevato da terra: l’immagine trasmessa nei maxi-schermi all’arrivo (foto Ansa)

Sulla mitica Alpe d’Huez c’è chi trionfa (Geraint Thomas), chi resiste (Chris Froome) e appunto chi impreca per la sfortuna. È la sintesi dell’incredibile 12esima frazione del Tour de France, tappa-icona della 105esima Grand Boucle, che chiude il terribile trittico alpino con una certezza in più: il gallese portacolori del Team Sky che bissa il successo di a La Rosiere e rafforza la leadership in classifica. Nibali paga con una caduta l’incredibile leggerezza dell’organizzazione che, sul tratto più difficile e impegnativo della salita, non ha tenuto a debito freno l’euforia dei tanti tifosi che assiepavano il bordo strada e, complice anche lo sfortunato incastro di sostenitori, fumogeni e moto della Gendarmerie, ha creato scompiglio tra i corridori. Vincenzo è finito col sedere per terra e al traguardo ha accusato un ritardo di 13″ (oltre l’abbuono accumulato da Thomas, Dumoulin e Bardet, rispettivamente primo, secondo e terzo nella terribile tappa alpina).

Il momento della caduta di Vincenzo Nibali nelle riprese di Eurosport (foto Ansa)

Da registrare però il fair play di Chris Froome che, una volta resosi conto della caduta dello “Squalo” si è mostrato un grande signore, favorendo il rientro dell’italiano, anche se Bardet prima e Dumoulin poi hanno “rotto” il patto e cercato di approfittarne. Alla fine hanno però guadagnato solo una manciata di secondi di abbuono, abbattuti in volata dal gallese. Giornata da dimenticare invece per Yates, Fuglsang, Daniel Martin, Zakarin e, soprattutto, per Nairo Quintana, arrivato sul traguardo con un ritardo di 47″ e ancora una volta protagonista mancato. Che il secondo dei tre arrivi in salita, il più iconico considerato il mito che accompagna la storia dell’Alpe d’Huez, fosse una tappa dura e difficilissima lo si sapeva (con ben 71 km sui complessivi 175,5 in salita, un dislivello di 5.000 metri e lo strappo finale di 13,8 k con pendenza media dell’8,1% e punte dell’11,5%) e la cronaca lo ha confermato con ritiri a ripetizione (Gaviria, Greipel, Gallopin, Groenewegen, Zabel) dopo quello, prima della partenza, di Rigoberto Uran, che non si è ripreso dalla rovinosa caduta di domenica sul pavè e che ieri gli aveva fatto accumulare mezz’ora di distacco.

Vincenzo Nibali al traguardo (foto Ansa)

La tappa è stata animata dalla lunghissima fuga dell’olandese Stefan Kruijswijk (sesto in classifica a 2’40”) che ha pedalato per molti chilometri con la maglia gialla virtuale addosso (ha guadagnato fino a 6′ di vantaggio) e ripreso proprio a ridosso del traguardo. Dopo le fatiche di tre durissime tappe alpine, i corridori potranno adesso recuperare le energie: giovedì è in programma la 13esima tappa da Bourg d’Oisans e Valence di 169 km, classica frazione di trasferimento, con un percorso quasi totalmente pianeggiante. Spazio ai velocisti, o almeno a quei pochi rimasti in gara. Ma a mancare a tutti gli appassionati italiani sarà soprattutto Vincenzo.

Francesco Straface

Direttore di MessinaSportiva.it, che ha fondato nel 2005. Ha lavorato nelle tv private messinesi TeleVip e Tremedia per 13 anni, nella carta stampata ("Il Dubbio" e il "Quotidiano di Calabria") e presso la Scuola di Giornalismo della Lumsa di Roma per 6 anni. Nel 2022 è maestro in una scuola primaria a Siena, dal 2023 assistente amministrativo in istituti secondari e licei a Piacenza

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Francesco Straface

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