Vincenzo Nibali per la seconda volta si aggiudica la corsa più amata dagli italiani. Lo fa grazie al sussulto al termine di un Giro dal quale sembrava addirittura destinato a ritirarsi. Almeno questo era quello che sosteneva qualche addetto ai lavori, secondo il quale non avrebbe accettato l’onta di concluderlo fuori dal podio. E invece lo “squalo dello Stretto” per l’ottava volta è sul podio di una grande corsa a tappe, per la quarta è il vincitore, dopo le precedenti vittorie alla Vuelta in Spagna e al Tour in Francia.
A fine tappa, il corridore messinese, ai microfoni di Rai Sport, ha ringraziato prima di tutto l’Astana per il supporto decisivo: “La squadra è stata grandiosa, è stato tutto perfetto. A Scarponi va fatta una statua! Non ci credevo nemmeno io, poi ad un certo punto ho detto a Michele di accelerare. Una giornata spettacolare, fantastica. In questa vittoria è stato fondamentale il gioco di squadra, con il grande contributo di Jackob. Senza di loro non sarei riuscito in questa impresa”.
Un trionfo al quale il messinese aveva iniziato a credere dopo il successo di Risoul: “Questa mattina non avevo né paura di perdere né di vincerlo questo Giro. Dopo venerdì ho capito di stare bene, quando si era in alta quota stavo meglio di tutti e avevo una certa fiducia, così quando siamo arrivati a 5 o 6 km dalla vetta, aspettavo di partire attorno ai 1.900 di altitudine. Ho visto infatti che ero meno sofferente degli altri e ho compiuto l’accelerazione, poi ho raggiunto Kangert ed è stato di grande aiuto. Sono andato a tutta fino alla fine, è stata una giornata ricca di emozioni”.