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Nibali, dallo Stretto al Golfo Persico? Il racconto della giornata in Quirinale

Dopo il trionfo al Giro d’Italia era uno degli ospiti d’onore della Festa della Repubblica. Vincenzo Nibali è rimasto al Quirinale per tre ore, ben più di quanto avessero programmato lo staff dell’Astana, la formazione per cui corre, e sua moglie Rachele, che almeno per una sera lo voleva tutto per sé, in un ristorante romano. Ma il prestigioso appuntamento istituzionale veniva prima degli impegni familiari, già difficili da conciliare con quelli agonistici, anche perché le grandi corse sono precedute da mesi di allenamento.

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali al Quirinale per il ricevimento per la Festa della Repubblica (foto Ansa)

Con Nibali, a colloquio con Mattarella e Renzi, anche altri grandi sportivi: il tecnico del Leicester Claudio Ranieri, gli schermidori Aldo Montano e Rossella Fiammingo, il nuotatore Luca Dotto. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha scherzato con il premier, evocando proprio le gesta del ciclista: «Nibali vuole darti qualche consiglio sul programma di allenamento». In piazza, all’esterno del Quirinale, i sorrisi li ha strappati un altro siciliano, il palermitano Pif, a sentir lui attesissimo dal capo dallo Stato, suo concittadino: «Mi spiace, non posso fermarmi qui con voi. Finché non entro io, Sergio non dà inizio alla serata… ».

A dispetto del bagno di folla di Torino e dell’abbraccio della gente sulle Alpi piemontesi, all’uscita Vincenzo non ha potuto celare l’emozione dell’incontro con le principali cariche del Paese: «È stato molto bello. Essere ricevuto qui è un grande onore, una cosa irripetibile, che non capita spesso. Ci siamo soffermati a parlare di sport e il presidente della Repubblica ha espresso la sua felicità per la mia vittoria. Gli ho donato la maglia rosa. Poi mi sono confrontato con il premier Renzi, insieme a Montano e gli altri ragazzi».

Geppy Cucciari e Pif
Anche Geppy Cucciari e Pif tra gli ospiti d’onore del presidente Mattarella

Con quattro trionfi nelle grandi corse a tappe e ben otto podi, tra Giro, Tour e Vuelta di Spagna, lo “Squalo dello Stretto” non ha ormai più nulla da dimostrare. Eppure l’attesa per le Olimpiadi in Brasile è già palpabile e le aspettative elevatissime: «Ho incontrato il ct Cassani e abbiamo fatto il punto della situazione proprio in vista di Rio. Sarà un evento importantissimo, non solo per me, qualcosa di speciale. Sono consapevole che la prova su strada sarà molto difficile, avendo visionato il percorso già a dicembre. Meglio non dire nulla, per scaramanzia…».

Il successo in Francia, in una corsa che a differenza di quella italiana richiama davvero un “parterre de rois”, non dovrebbe temere paragoni con la corsa a tappe italiana. Eppure, Vincenzo stila un’inattesa graduatoria: «Sono due corse differenti, è evidente. Ma questo Giro mi ha regalato una gioia particolare, avendolo conquistato alla fine, nelle ultime due tappe. Tra le montagne, su scenari fantastici come quelli del Colle dell’Agnello e del Col de la Bonnet, ho vissuto davvero dei momenti memorabili».

Quirinale
Il picchetto d’onore all’ingresso del Quirinale

Nibali ha tenuto a dedicare la corsa rosa al 14enne ciclista messinese Rosario Costa, scomparso il 15 maggio in un tragico incidente stradale, pochi giorni dopo avere posato con il suo idolo, insieme agli altri allievi dell’Asd Nibali. La formazione dilettantistica è nata proprio per coltivare i giovani talenti, altrimenti costretti a emigrare, come ha fatto Vincenzo, trasferendosi in Toscana, a Mastromarco. «Il miglior modo per ricordarlo – ha detto Nibali – è stata la vittoria di Risoul e la ricerca dell’impresa, centrata in extremis. Non è stato semplice, ma la squadra è stata perfetta. Non trovo le parole per esprimere fino in fondo la mia soddisfazione».

Dopo la tre giorni in Olanda, Nibali si era lamentato della scarsa presenza di messinesi a Catanzaro, nella tappa più a Sud. La contagiosa partecipazione delle ultime settimane, caratterizzate da una grande festa in Sicilia, ha cancellato quell’amarezza: «In quel frangente non ero contento, ma per me è importante che la gente ci sia con il cuore, non per forza di presenza. I fans magari non hanno solo il desiderio di vedere il loro beniamino, ma devono fare i conti con altre esigenze, magari lavorative».

Stefania Sandrelli e Bruno Vespa
Anche Stefania Sandrelli e Bruno Vespa tra gli invitati da Mattarella

Al Tour, Nibali indosserà le inusuali vesti di “gregario” di Fabio Aru, il 25enne talento sardo che dopo avere vinto la Vuelta nel 2015 sogna di emularlo in maglia gialla. Neppure per la ricchissima Astana sarà semplice fare coesistere due simili talenti e il faraonico contratto di Nibali è in scadenza a fine 2016. Il suo procuratore Alex Carera, fuori dal Quirinale, non ha nascosto le sirene del mercato: «Vincenzo è un uomo delle sfide. Gli piace affrontarle ma soprattutto vincerle. L’interesse per lui è sempre più elevato. Si passa dalla squadra del Bahrein, che il Principe sta allestendo in queste settimane e di cui si parla tanto, alla stessa Astana, dalla Lampre-Merida di Saronni, una formazione italiana di World Tour, a quelle americane. La decisione arriverà nei primi giorni di agosto. Dobbiamo lasciarlo tranquillo in vista del momento clou, le Olimpiadi. Quando tornerà da Rio i giochi saranno fatti».

Il messinese sembra abbonato alle mete esotiche, dopo la lunga permanenza in Kazakistan, rappresentato dall’ambasciatore al Quirinale: «Il rapporto con la Astana è stato vincente – ha aggiunto Carera – In quattro anni sono arrivati grandissimi successi, nelle tre grandi corse a tappe e in una classica monumento, come il Giro di Lombardia. Come in ogni matrimonio ci sono stati momenti bellissimi e altri di difficoltà. Ma il rapporto umano tra Vincenzo e il general manager Alexandre Vinokourov è stato molto buono». Le prossime settimane chiariranno se nell’ex repubblica dell’Unione Sovietica saranno più convincenti del principe Nasser bin Hamad Al Khalifa, che sogna di portare lo “Squalo” partito dallo Stretto nelle acque del Golfo Persico.

Tratto da “Il Dubbio”

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