Dura e selettiva come nelle previsioni. La gara in linea di ciclismo ha rispettato le attese e alla fine a vincere è stato un uomo di fondo, un campione vero, Greg Van Avermaet. Per lo straordinario Vincenzo Nibali, quattro volte trionfatore nelle grandi corse a tappe, il sogno olimpico si è interrotto sul più bello.
La gara è stata caratterizzata dalla fuga partita solo dopo 10 chilometri dal via. I fuggitivi riescono ad accumulare un vantaggio massimo di 6’. Nel gruppo a lavorare sono le Nazionali di Italia e Spagna. Il vantaggio dei battistrada inizia a decrescere e la fuga si esaurisce a 45 chilometri dal traguardo, ultimo a cedere il polacco Michael Kwiatkowski.
Inizia un’altra corsa. Il circuito finale mette a dura prova la resistenza dei corridori. Il gruppo perde pezzi chilometro dopo chilometro. A 30 km dal traguardo in testa restano una trentina di uomini. L’Italia gioca di anticipo: Nibali e Aru attaccano in un tratto discesa e agganciano il gruppo di sei uomini in avanscoperta, tra essi Damiano Caruso.
Mancano 25 km al traguardo. Il gruppo di testa – formato da una decina di uomini – ha in Caruso una splendida locomotiva. Il siciliano lavora duro e porta il vantaggio dei fuggitivi a 40”. Nibali lascia lavorare il corregionale sino all’imbocco dell’ultima e decisiva salita.
A 15 km al traguardo Vincenzo rompe gli indugi. Il messinese attacca e alla sua ruota restano in quattro. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia fa il diavolo a quattro e cerca di staccare tutti gli avversari, ma in cima alla salita con lui restano il polacco Rafa Majka e il colombiano Sergio Henao.
Nibali forza in discesa, vuole far valere le proprie doti di funambolo, ma il sogno olimpico del campione messinese si infrange a 10 km dal traguardo a causa di una caduta. Fatale l’ultima discesa. Con Nibali cade anche Henao. Adesso solitario al comando è il solo Majka. Il polacco cerca di resistere al ritorno di sette corridori, tra questi anche Aru.
Majka viene raggiunto dal belga Greg Van Avermaet e dal danese Jakob Fuglsang a poco più di un chilometro dal traguardo. Lo sprint finale non ha storia: il belga fa valere il suo spunto veloce e regala al suo paese la prima medaglia d’oro. Argento per Fuglsang, mentre uno stremato Majka chiude al terzo posto.
La volata del primo gruppetto inseguitore viene vinta dal francese Julien Alaphilippe sullo spagnolo Joaquim Rodriguez e Fabio Aru. Resta il grande rammarico per Vincenzo Nibali. Lo “Squalo dello Stretto” ancora una volta ha dato spettacolo. Il risultato non è arrivato ma a questa Italia non si può rimproverare nulla.