41 punti conquistati e salvezza tranquilla. In questi due dati si racchiude la stagione della Nebros, che si è conclusa domenica con la sconfitta per 4-1 in casa del Real Siracusa Belvedere. Non è facile però giudicare il campionato della squadra di Pippo Perdicucci, costretta a mostrare un doppio volto. Fino ad inizio dicembre i nebroidei sono state una delle sorprese del torneo, capace di togliersi delle soddisfazioni come le vittorie interne contro Siracusa e Modica nelle prime due uscite casalinghe, mentre l’altro scalpo nobile ottenuto al “Vasi” è stato quello dell’Igea Virtus.
Qualche pareggio di troppo non aveva impedito alla Nebros di piazzarsi nelle posizioni che contano in classifica. Gli addii in contemporanea di Fioretti e Ancione hanno però notevolmente ridimensionato il tasso tecnico di una squadra che ha faticato a trovare una nuova identità: da qui le tre sconfitte consecutive tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e l’addio ai sogni playoff. Nel momento di maggior difficoltà sono comunque emersi lo spirito di squadra e la capacità del tecnico di applicare una nuova identità tattica alla suo gruppo, affidandosi ad uno stile di gioco più accorto e più adatto alle qualità della rosa.
Secondo Perdicucci le due partenze formalizzate nel mercato invernale hanno stravolto equilibri acquisiti: “Non è stata un’annata semplice. Fino a dicembre avevamo a disposizione due giocatori del calibro di Fioretti e Ancione, che per la categoria sono sicuramente importanti. Farne a meno dall’oggi al domani non è stato semplice, soprattutto dal punto di vista tattico. Siamo passati dall’avere un attaccante che aggredisce l’area ad un contropiedista come Sowe, ma anche dall’avere un giocatore di qualità davanti la difesa a dover giocare con un centrocampo di soli interditori. Fino a quel momento, eccezion fatta per qualche passaggio a vuoto tipo Santa Croce Camerina, la squadra aveva espresso un ottimo calcio battendo anche formazioni di grande calibro e prestigio”.
La quota salvezza è stata raggiunta con ampio anticipo dopo il 2-0 inflitto alla Virtus Ispica il 14 marzo. Il finale è stato giocato invece con la spina staccata, ma il tecnico giustifica i suoi ragazzi: “Venendo meno quei due elementi ho dovuto far sì che si giocasse in maniera più accorta, con le linee di centrocampo più strette per poi poter sfruttare la nostra arma migliore che sono le ripartenze. È stata dura, però credo di avere inciso maggiormente sulla squadra e questo dà soddisfazione. La salvezza per noi era una priorità, l’abbiamo raggiunta con largo anticipo e questo ci ha portato a staccare un po’ la spina sotto l’aspetto mentale. Infatti nelle ultime cinque giornate abbiamo ottenuto un solo punto. Però non ho nulla da rimproverare ai ragazzi, perché è stata una stagione complicata sotto l’aspetto nervoso anche per loro”.
Il tecnico non ha molti dubbi circa la bontà dell’esito del campionato e la promozione in D della Nuova Igea Virtus: “È stata la squadra più continua, ha occupato il primo posto, o comunque le primissime posizioni, fin da subito mostrando un calcio fatto di ritmo e intensità. Questo è stato un campionato davvero di livello e gli va dato merito, le inseguitrici non hanno avuto la stessa continuità, ad esempio il Siracusa è partito male salvo poi fare una seconda parte di stagione strepitosa, ma l’esito del campionato è stato giusto”.
Adesso è arrivato il momento del meritato riposo, in attesa del classico confronto di fine stagione con la società: “Al mio futuro ancora non ci penso. Posso dire che la Nebros è e resterà sempre la mia prima scelta, quindi non prenderò in considerazione altre strade se prima non mi sarò confrontato con la società. Però certi discorsi sono prematuri, perché questa stagione è stata dispendiosa per me e per i ragazzi e lo è stata anche per la società e i dirigenti. Per cui ogni discussione sul futuro sarà affrontata a tempo debito. Io so qual è la mia priorità a prescindere dal progetto tecnico, però i rapporti si devono voler proseguire in due e quando ci sarà l’occasione si vedrà”.