10.7 C
Messina

Mutti: “Zanchi limitò Kakà, Parisi sorprese il Milan. Abbiamo scritto la storia”

Riportare indietro l’orologio della memoria per recuperare bei ricordi è sempre bello, ma quando a farlo è chi vide quell’impresa compiersi davanti ai propri occhi diventa ancora più emozionante. Bortolo Mutti era l’allenatore di quel Messina che esattamente venti anni fa, il 22 settembre 2004, riuscì ad imporsi sul Milan a San Siro in una delle pagine più belle della storia del calcio giallorosso. In occasione della ricorrenza, Nicola Lanzafame lo ha raggiunto per noi nella tranquillità della provincia bergamasca, per ripercorrere insieme quei magici momenti.

Marco Zanchi
Marco Zanchi, ex difensore del Messina

Mister, facciamo un piccolo passo indietro. Il Messina si presentò a San Siro alla terza giornata da imbattuto dopo la prestigiosa vittoria sulla Roma conquistata appena tre giorni prima…
“Eravamo arrivati a San Siro con la leggerezza necessaria, consapevoli che avremmo incontrato una delle formazioni più forti dell’epoca senza troppa pressione, ma anzi sospinti dai buoni risultati precedenti. Nell’ultima rifinitura, svolta a Settimo Milanese, ci eravamo caricati con goliardia ma con il giusto entusiasmo. Ci dicemmo: “Andiamo a giocarcela, stiamo andando bene”. Per noi era come un premio. E provammo alcune soluzioni…

Mi lasci indovinare… Zanchi su Kakà?
“Già! Sapevamo che il brasiliano, con la sua creatività e la sua pericolosità a livello realizzativo, sarebbe stata la minaccia più grande. Fare schermo su di lui per limitarlo nei suoi movimenti era uno dei principali obiettivi. Ma provammo anche diversi movimenti che ci tornarono molto utili in partita, come quello che portò al gol dell’1-1”.

Bortolo Mutti
Bortolo Mutti portato in trionfo per la promozione in serie A

Riviviamo insieme la gara… Il Milan nel primo tempo ci prova ma non riesce a sfondare…
“Il primo tempo vide i rossoneri provarci ma noi fummo molto ordinati. A parte un paio di sfuriate di Pippo Inzaghi, Storari non dovette compiere miracoli. E riuscimmo ad arrivare al 45’ sullo 0-0”.

E all’intervallo? Cosa disse ai suoi ragazzi?
“A parte le annotazioni tecniche e il conforto del caso ai calciatori, emerse la consapevolezza di aver superato brillantemente lo scotto del palcoscenico con personalità. Non ci eravamo disuniti e lì capimmo che potevamo giocarcela e che avremmo dovuto sfruttare eventuali occasioni”.

Marco Storari
Marco Storari tra i protagonisti di quella serata

In avvio di ripresa la doccia fredda: il vantaggio del Milan con Pancaro, su azione da corner. Che sensazioni portò quel gol?
“Premesso che occorre fare i complimenti agli avversari quando sono più bravi, perché noi eravamo schierati anche abbastanza bene in difesa, andare sotto a San Siro non è di certo una bella notizia. Però siamo ripartiti con tranquillità riuscendo subito a recuperare il punteggio”.

A distanza di vent’anni, vedere Giampà che sguscia in velocità addirittura su Cafù in occasione dell’1-1 fa un certo effetto…
“In effetti a ripensarci è stato bravissimo, quella conclusione di interno destro in velocità fu importantissima non solo per ristabilire la parità ma anche perché minò le certezze dei milanisti che non erano riusciti a gestire il vantaggio”.

Bortolo Mutti
Bortolo Mutti dà indicazioni dalla panchina

E infatti qualche minuto dopo…
“Probabilmente non conoscevano molto Parisi (ride)… Ci lasciarono molto campo in quella ripartenza e il cross fu perfetto per la testa di Riccardo Zampagna che si fece trovare pronto in mezzo all’area. Era l’1-2! Da quel momento in poi la situazione si ribaltò. Eravamo in vantaggio ed erano loro a doversi scoprire per cercare di raggiungerci. Abbiamo avuto qualche situazione favorevole ma sapevamo che difenderci con ordine era la priorità. Storari fu bravo a farsi trovare sempre pronto fino alla fine”.

In cosa si trasformò la sofferenza degli ultimi minuti al momento del triplice fischio di Rosetti?
“Una soddisfazione indescrivibile. Sentire sulla pelle quella sensazione di gioia e poterla condividere con tutti, dai ragazzi della panchina ai sanitari ai giocatori in campo e non per ultimo con i nostri tifosi è stata una cosa bellissima che ricorderò sempre”.

Arturo Di Napoli
Arturo Di Napoli celebra una delle sue reti

Capitolo tifosi, in quale momento si rese conto di essere entrato nella storia calcistica di una città intera?
“Dopo essere andati tutti sotto lo spicchio che ospitava i nostri sostenitori, tremila cuori che ci avevano supportato in quella come in tutte le altre trasferte e a cui dovevamo tantissimo, uscendo dal terreno di gioco alzai gli occhi e riguardai il tabellone luminoso che recitava Milan 1 – Messina 2: allora mi dissi che era tutto vero e che avevamo fatto la storia!”.

E negli spogliatoi?
“Fu un momento di grossa coesione tra noi, lo staff, la dirigenza con il presidente Franza emozionatissimo. Quel momento ci diede una grossa carica per il prosieguo della stagione, che infatti andò nel migliore dei modi possibili. Prima di quella sera pensavamo soltanto alla salvezza, dopo quella vittoria capimmo che avremmo potuto giocarcela con tutti alla pari”.

Totò Schillaci
Lo striscione dedicato a Totò Schillaci (foto Paolo Furrer)

Cosa le rimane di quell’esperienza, mister?
“Furono due campionati stupendi, condotti con un bel gruppo di ragazzi coesi e preparati. E che coppia quella formata da Zampagna e Di Napoli! C’è un episodio che racconta più di tutti cosa abbiamo provato in quei mesi. Spesso per andare dal Celeste al campo di allenamento del XXIV Artiglieria ci dirigevamo a piedi, cosa più consona ad un club dilettantistico che ad uno professionistico! Eppure, in quegli spostamenti tra ali di folla che ci incitavano e ci sostenevano ho sempre percepito delle emozioni speciali, tra le più belle della mia carriera”.

In conclusione, ha ancora progetti per il “futuro”?
“Mi godo i miei nipoti. La mia occupazione adesso sono loro. Però, chissà, se dovesse arrivare qualche chiamata “fantasiosa” (ride), mai dire mai…”

Christian Argurio
Sciarpe e maglie sulla bara di Christian Argurio a Novara (foto Fabrizio Patrucco)

Questo anniversario ricade però nella settimana in cui la famiglia calcistica giallorossa piange la scomparsa di due grandi professionisti in campo e fuori come Totò Schillaci e Christian Argurio.
“Sono due grosse perdite. Di Totò non posso che ricordare quello che ha fatto da calciatore per la città nell’arco di sette lunghe stagioni, oltre che in Nazionale. Christian invece è stato un mio collaboratore in quegli anni magnifici, come capo ufficio stampa. Una persona splendida, sempre vicina alla squadra. Non posso far altro che mandare un abbraccio ai familiari e dire una preghiera nel loro ricordo. Non ci sono molte altre parole in momenti come questi”.

BREVI

Calcio - Lega Pro

POTRESTI ESSERTI PERSO