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Messina

Mutti: “Trascinati da un calore irripetibile. Il pullman volava tra la folla”

Il condottiero della storica promozione in A del Messina. Riuscì immediatamente a dare serenità alla squadra, presa all’ultimo posto in classifica, con soli quattro punti in sette giornate. Quando Gigi Simoni, assistendo dal vivo alla gara persa malamente (3-0) dai giallorossi a Livorno, preferì declinare l’invito, il presidente Pietro Franza optò per un’altra figura di spessore per sostituire Vincenzo Patania e  puntare al rilancio. Aveva salvato il Piacenza in massima serie e vissuto varie esperienze al Sud, tra Cosenza, Palermo e Reggina. Si rivelò la scelta azzeccata.

Bortoli Mutti
Bortolo Mutti a Messina per un evento nel 2016

Ed ecco Bortolo Mutti, nello speciale sul ventennale della promozione in A curato da Rtp, raccontare il momento in cui ha accettato la proposta di allenare il Messina, nonostante le perplessità iniziali: “Mi arrivò la comunicazione ove fossi disponibile ad andare a Roma per avere un colloquio con il presidente, ma ero molto dubbioso, avevo quasi intenzione di dire non mi interessa. So però che persona sono e amo avere un rapporto diretto, inoltre mia moglie mi disse di andare comunque a parlarci per una questione di rispetto ed educazione. Ho fatto una sciocchezza e ho accettato questa situazione lavorativa, prendendo in mano il Messina e pensando a dove potessimo arrivare. Poi mi sono trovato a Serino in ritiro con la squadra, per la prima partita contro Zeman e l’Avellino, da lì abbiamo cominciato la scalata”. I due rigori sbagliati, la rete di Guzman, una vittoria rocambolesca al “Partenio” da cui tutto ebbe inizio.

Messina 2003/04
Il tripudio giallorosso nelle strade

Il tecnico di Trescore Balneario ha sottolineato soprattutto il calore ricevuto in quegli anni da un intero popolo, sempre vicino alla squadra: “Quando andavamo per gli allenamenti al “Celeste” la gente ci fermava e ci stimolava, durante la settimana era un continuo trasmettere fiducia ed entusiasmo, un modo per condividere le nostre due ore di lavoro con loro. C’era chi dall’auto abbassava il finestrino per salutarci e incitarci, sono cose che adesso mi mancano”. 

E poi, quando vittoria dopo vittoria il sogno stava per diventare realtà, quel 5 giugno 2004 il trasferimento in pullman dall’Hotel Royal al “Celeste” tra ali di folla, fino a raggiungere lo stadio per la gara promozione con il Como che avrebbe certificato il salto di categoria, è qualcosa che non dimenticherà mai: “Ci furono una dimostrazione di affetto e calore irripetibili, anche se mi auguro che possano riaccadere per il bene di Messina. Sono stati momenti incredibili, salire sul pullman con tutta quella gente lungo il percorso per arrivare allo stadio, il nostro fortino. Sembrava che il pullman volasse da solo, senza motore”. 

Bortolo Mutti
Bortolo Mutti dà indicazioni dalla panchina

Il resto è storia. I due gol di Di Napoli, il 3-0 firmato da Parisi e il fischio finale dell’arbitro Collina. Il Messina è in Serie A e Mutti si rivolge subito alla tribuna, cercando lo sguardo degli affetti più cari: “C’era la mia famiglia – dice commosso Mutti – che mi ha accompagnato in un momento molto bello, decisivo. Mia moglie e le mie figlie erano allo stadio, qualcosa che sentivo con tutto l’amore per loro, perché mi sono stati vicini. Ero sempre via da casa, riuscire a condividere l’aspetto familiare con quello lavorativo non era facile. Averle lì è stata una grande gioia per tutti. Per me è motivo d’orgoglio fare parte della storia di una grande realtà come Messina e avere dato lustro ad una città a volte bistrattata e dimenticata”.

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