E’ stato tra i più acclamati del triangolare organizzato dalla Lelat. Per Bortolo Mutti, l’allenatore che ha guidato i giallorossi alla storica promozione in A nel 2004, inevitavibile sfogliare idealmente l’album dei ricordi. Emozioni uniche, a cominciare da quel Messina-Roma 4-3, nella prima casalinga disputata in massima serie al “San Filippo”, oggi intitolato a “Franco Scoglio”: “Ho ben impresso quel pallonetto di Zampagna. Dalla panchina dicevo tira tira, sembrava non tirare mai e alla fine ha scavalcato il portiere. Bei ricordi, pagine di calcio che rimarranno indelebili sia per Messina che per me. Penso anche alla vittoria con l’Inter ed a tanti altri momenti da ricordare in questo stadio. Il ricordo più bello della mia esperienza a Messina è però legato alla partita col Como che sancì la promozione in Serie A. Quella festa al “Celeste” fu qualcosa di indimenticabile”.
Mutti è reduce dalla parentesi poco fortunata sulla panchina del Livorno. Anche alla luce di quanto accaduto in Toscana il tecnico di Trescore Balneario ha grande voglia di tornare in pista: “La B è oggi assai complicata e a Livorno lo è stato per tanti motivi. C’è un discreto livello e qualche giovane importante, ma non è più la cadetteria di un tempo. Vi sono meno risorse e frenesie esasperate quando i risultati non arrivano. Non ci sono più quei presidenti di una volta che sapevano avere maggiore pazienza e calamitare attorno all’ambiente le giuste energie. Mi auguro di trovare una panchina per la prossima stagione, ho voglia di lavorare. Difficile che possa tornare qui, ma l’augurio che faccio al Messina è di vincere ogni domenica e di tornare ad essere importante”.