Salvatore Battiato, coach del Mortellito
Alle 18.17 di sabato la Serie B è diventata realtà per il Mortellito. Di Mandanici e Gennaro le reti del 2-1 nell’emozionante finale playoff giocata al PalaNebiolo contro la Meriense e vinta in rimonta. Proprio nel decennale dalla fondazione è stata scritta la storia del club e della città di Barcellona che vede per la prima volta una società del Longano conquistare l’accesso ad un campionato nazionale di calcio a 5.
Per il coach biancorosso Salvatore Battiato “la promozione è il risultato di un lavoro partito il 7 agosto e ultimato sempre con la stessa rosa, per il mio grande orgoglio, a parte due defezioni. Siamo stati l’unica squadra a fare questo. Ai miei giocatori posso dire solo grazie per quello che mi hanno dato in allenamento e in questa finale”.
Battiato rende merito agli avversari, autori di una prova sfortunata nella finale, dopo aver dominato insieme al Mortellito la stagione: “La Meriense ha giocato meglio di noi, non si può dire altro, hanno creato più palle gol. Ha giocatori fuori categoria ed è ben allenata da Piscardi, credo che la Serie B la raggiungeranno comunque tramite i playoff”.
Sotto di un gol e di fronte ad un avversario molto forte il Mortellito non si è mai disunito, rimontando nella ripresa. “Questo è un gruppo che non muore mai, sia in allenamento che nella vita quotidiana ha superato le varie problematiche, anche quelle interne. La squadra ha un’anima e lotta per 60′, non si ci disunisce mai, i giocatori cercano sempre di aiutarsi, è stato il must del nostro campionato”.
Dal salvataggio sulla linea di De Luca sul tiro a botta sicura di Mendes al 2-1 firmato da Gennaro che ha significato promozione. Ovvero il momento chiave della sfida. “Questo è il calcio a 5. Nel primo tempo non abbiamo concretizzato due palle gol con Bertirossi e Regner, mentre loro hanno segnato subito, al nostro primo errore. Nel calcio a 5 si vince sulla palla persa, è il fulcro di ogni partita”.
Cosa racchiudeva l’esultanza finale? “Abbiamo fatto tutti tanti sacrifici. Per me come allenatore, al mio secondo anno, è una consacrazione aver vinto il campionato di C1. Questa promozione voglio dedicarla a mio padre”.
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