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Lo Monaco: “A Reggio Calabria per difenderci, ma nella loro metà campo…”

Archiviata la lunga parentesi legata allo spostamento del match, alla Lega ed a Lotito si è parlato anche di calcio giocato nella sala stampa del San Filippo. Lo Monaco è consapevole che quello con la Reggina rappresenta già un match crocevia: “Può accelerare o rallentare il nostro percorso di crescita. Dovremo vendere cara la pelle, perché per la gente ha un sapore particolare. Ci saranno sfottò ma spero in un bel calcio, in un match leale sul campo, in un esempio di civiltà, anche perché le rispettive tifoserie non hanno mai peraltro fatto parlare di sé per episodi particolari”.

Il patron dell'ACR Messina Pietro Lo Monaco nel corso della conferenza stampa pre-partita (foto Paolo Furrer)
Il patron dell’ACR Messina Pietro Lo Monaco nel corso della conferenza stampa pre-partita (foto Paolo Furrer)

Una gara attesa anche nello spogliatoio: “Se escludiamo Corona e Bjelanovic gli altri lo affrontano per la prima volta un derby del genere. In questi casi si può essere carichi a mille ed offrire una prestazione super oppure avere bisogno dei pannolini imbottiti per evitare di farsela addosso… Di certo c’è la dovuta cautela. Il loro allenatore, Cozza, sostiene che andremo lì a difenderci? Nessuno può dirlo, i derby si giocano a viso aperto… e noi ci auguriamo di poterci difendere nella loro metà campo…”.

Lo Monaco, trascurando volutamente l’annunciata penalizzazione che priverà la Reggina nelle prossime settimane di molti punti (da 4 a 7), ha tenuto ad evidenziare la differenza di obiettivi, rimarcata anche dal recente passato: “Partono favoriti, ma il Messina metterà il cuore, come avverrà d’altronde in tutte le partite. Loro erano pur sempre in B, noi avremo vinto il nostro campionato se ci confermeremo in questa categoria. Gli obiettivi sono sicuramente differenti, ma verranno annullati dall’atmosfera del derby”.

Enrico Pepe in azione contro la Lupa Roma
Enrico Pepe in azione contro la Lupa Roma

Per il massimo dirigente neppure la partenza in ritardo rappresenta più un handicap: “I dieci giorni di preparazione in meno non sono nulla: in 45 anni mai nessuno ha trovato la soluzione davvero giusta. Una volta si partiva dopo Ferragosto, ora abbiamo anticipato addirittura ai primi di luglio, quando ancora il 99% delle rose non è ancora completo. E peraltro il mercato chiude a fine agosto, quindi non ha assolutamente senso muoversi con tutto questo anticipo. Tante squadre come noi hanno ancora il cartello “lavori in corso“, speriamo soltanto che vengano ultimati il prima possibile. Abbiamo messo in piedi una buona squadra, con il giusto mix tra giovani futuribili, il nostro patrimonio, ed over. Rispetteremo il limite dell’età media fissata a 25 anni. Lavoriamo per il presente ma anche per il futuro”.

Il tecnico peloritano Gianluca Grassadonia
Il tecnico peloritano Gianluca Grassadonia

Qualche indicazione anche su quanto sta avvenendo in allenamento lontano da occhi indiscreti, anche se il patron non si è pronunciato sul neo-acquisto Orlando, in lizza per una maglia da titolare: Altobello ha recuperato ma è pur sempre reduce da un risentimento muscolare. Bjelanovic ed i due Pepe stanno finalmente ritrovando continuità”.

Sul fronte mercato il principale finanziatore del club non si sbilancia: “L’esterno sinistro? Marin è un giovane che ha il fuoco addosso: il campionato è lungo, avrà modo di sorprendere. D’Agostino? Ha 32 anni, è ancora integro, starebbe bene anche in una B competitiva. Ha deciso di scendere addirittura in D (ieri la Fidelis Andria ne ha ufficializzato l’acquisto, ndc), forse è una scelta di vita o ideologica. Di certo non gli mancavano offerte, perfino dalla A estera oltre che dai cadetti. Infatti noi non ci abbiamo provato per una questione di buon senso, credevamo che non avrebbe valutato la Lega Pro come un’opzione”.

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