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Messina

Il messinese Nino Molino bronzo europeo con le azzurre under 20

Alla fine è un bronzo. Le azzurre under 20 di coach Nino Molino non riescono a bissare l’argento conquistato un anno fa in Turchia, ma non lasciano certamente scontenti quanti le hanno seguite nel percorso comunque vincente realizzato in questi Europei 2014 giocati “in casa” in Friuli Venezia Giulia.

La Spagna si conferma bestia nera delle azzurre, a Samsun come ad Udine.

«E’ un risultato importante e di prestigio – ha affermato Molino – perché raggiungere il podio in una competizione in cui sono presenti 16 nazionali è sempre molto, molto difficile. Farlo per due anni di fila vuol dire che si sta lavorando bene. C’è un buon livello, un ricambio a livello giovanile che garantisce giocatrici che riescono a giocare in nazionale U20. Abbiamo messo dietro squadre più attrezzate della nostra, come Serbia, Russia e Turchia, questo vuol dire che le ragazze hanno dato il 100% in termini di tecnica e agonismo».

Quale pregio in particolare ha riscontrato in questo gruppo parzialmente nuovo?

«Caratterialmente la squadra ha dimostrato grande forza di reazione. Lo ha fatto anche nella sconfitta e negli attimi stessi della partita: quando sono state sotto, le ragazze sono riuscite a rientrare quasi sempre in partita».

Nino Molino bronzo europeo
Nino Molino premiato col bronzo all’europeo

Cosa è successo quindi contro la Spagna?

«La Spagna è sicuramente una formazione superiore, lo si vede dai risultati degli ultimi 5 anni, da quelli delle senior alle under 16. Nella singola partita si deve chiaramente provare a vincere, ma per giocare contro la Spagna ci vuole una partita perfetta. Recuperare 15 punti all’intervallo era pressoché impossibile».

Come potranno migliorare queste giocatrici una volta ritornate nei rispettivi club?

«L’importante è giocare. Per giocare serve capacità tecnica e grande carattere, quindi grande esperienza. Più che il discorso tra impiego di italiane o straniere, i problemi nascono quando si deve vincere. E’ chiaro che un allenatore preferisce spesso non rischiare, ma se ci fossero le condizioni e maggiori incentivi la situazione potrebbe anche cambiare».

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