Il vertice tra il presidente Pietro Sciotto e il tecnico Giacomo Modica ha portato alla conferma del tecnico, che era pronto a dimettersi: “Mi ero messo da parte, rinunciando ai miei emolumenti già un mese fa. Il Trapani? Non ho avuto alcun contatto, sono state dette tante cose inesatte. Non ero sicuro di rimanere ma se non ci fossero state le condizioni non avrei proseguito. Se non rinforziamo come si deve la squadra che ci stiamo a fare qui? Il presidente mi ha garantito che lo farà”.
C’è la consapevolezza che il gruppo ha bisogno di rinforzi: “Dobbiamo sederci e vedere come intervenire a partire dall’1 gennaio, dobbiamo avere le idee chiare. I punti e la classifica parlano chiaro ma la squadra ha bisogno dell’aiuto di tutti, il muro contro muro non serve. Cercheremo di correggere la rotta con l’ausilio del presidente. Mi ha assicurato che opererà degli acquisti, migliorando questo gruppo possiamo salvarci. L’ho invitato a parlare e a non stare sempre in silenzio. È lui che investe, gli suggerirò chi può essere utile per noi. Io posso parlare di me e del gruppo. Non ho più niente da perdere, conosco questi ragazzi”.
Il direttore sportivo Giuseppe Pavone ha preferito però farsi da parte, ripartendo da Trapani: “Tra noi c’è una conoscenza che risale a quarant’anni fa, dai tempi di Zeman. Ognuno fa le sue scelte, che non posso sindacare e ci sono cose che non si possono dire. Rispetto la sua scelta, ognuno ha il suo ruolo. È un dirigente esperto, sicuramente non l’ho spinto io ad andare via. Adesso si volta pagina”.
Sulla sua successione non è ancora stata adottata una scelta definitiva: “Mi sono incontrato qualche giorno fa con Sciotto e il discorso del direttore sportivo non è stato ancora definito. Anche se mi assumo tutte le responsabilità dei risultati, anche quelle non mie, la squadra non l’ho costruita soltanto io come si dice da due anni a questa parte. Conoscendo Pavone ho delegato tante scelte e non avevo bisogno di scegliere io ogni singolo calciatore. Bisogna essere onesti”.
Il tecnico è tornato su un tormentone ispirato dalle sue dichiarazioni estive: “Dissi al bar di Romolo Rossi che avremmo alzato l’asticella perché era imminente l’ingresso di una cordata al fianco del presidente. All’epoca ero lusingato dell’opportunità. Con i fondi di Sciotto e dei nuovi soci avremmo allestito un’altra squadra. Questo poi non è avvenuto e quindi l’asticella non si è alzata”.
Modica ha rivolto quindi un accorato appello ai messinesi: “La squadra è giovane e simpatica, poi c’è una fragilità dettata anche da sconfitte e situazioni avverse più che dalle prestazioni. La squadra purtroppo è da sola. Ora ci rialzeremo le maniche, abbiamo voglia di combattere ancora. Il mio lavoro va rispettato. Ero stato qui 38 anni fa, otto anni fa e l’anno scorso. Conosco quindi Messina”.