Il Messina è ancora amareggiato per la sconfitta nel derby di Catania, arrivata dopo l’ennesima buona prova. Il tecnico Giacomo Modica ha un conto aperto: “Dà fastidio perchè se analizziamo le prestazioni del recente passato abbiamo raccolto molto poco rispetto a quanto prodotto dentro il campo, è l’amarezza più grande perchè abbiamo fatto il nostro dovere. Pesano scelte sbagliate da parte degli arbitri. Ci sono dieci rigori non dati: non sono piacevoli da digerire, si possono accettare tre-quattro episodi contrari, non così tanti. C’è tanta delusione perchè il rigore lo ha notato soltanto lui. Non ha visto l’ultimo corner, con il portiere che smanaccia, quando aveva la visuale libera mentre non ha avuto dubbi sul mischione in area che ha deciso la partita”.
Il Potenza è affamato proprio come il Messina: “Dobbiamo per forza di cose andare avanti, macinare, fare bene nelle ultime due partite, affrontandole con il piglio giusto. Possiamo rimproverci poco, però dopo avere fatto trenta dobbiamo fare trentuno. Servono la massima dedizione, applicazione e responsabilità in una gara importante, in cui ci giochiamo una parte del nostro campionato. Servono attenzione nervosa, psicologica e fisica. Trovano un Messina ferito, ma faranno la loro gara. Sono una buona squadra, con individualità importanti. De Giorgio fece bene nelle gare in cui è stato chiamato in causa e lo stimo perché li ho visti giocare”.
Con Ortisi, Lia e Frisenna out potrebbe esserci più spazio per chi ha giocato meno: “Signorile ha qualità tecniche e fisiche che non si discutono. Veniva da un anno di inattività e doveva mettersi a posto fisicamente. Lo abbiamo aspettato tanto ma si è inserito velocemente in un gruppo che apre le porte a tutti e si è cementato. Lui e Zona si sono trovati subito a casa. Hanno avuto un atteggiamento impeccabile”.
Modica è consapevole che bisogna evitare ogni distrazione: “La squadra deve essere matura. Non dobbiamo pensare a quello che accade sugli altri campi. Sto per compiere sessant’anni e nelle ultime giornate in campo c’è tanta poesia per alcune squadre… Dobbiamo rispettare noi stessi e la gente che ci ha seguito tutto l’anno, che ama il Messina come se fosse una sua creatura. Andiamo avanti per la nostra strada, senza pensare ad altro. Dobbiamo dare un segnale in linea con le nostre potenzialità e forze, c’è il desiderio di raccogliere l’ultimo applauso del nostro pubblico. Abbiamo fatto cose belle per noi e la città. Magari ne parleremo a risultato raggiunto, insieme alle angherie che abbiamo subito”.