A margine del secondo test estivo con l’Under 19 della Ve Rende, caratterizzato da ben 24 reti, il tecnico Giacomo Modica è intervenuto sul caso legato alla disponibilità dello stadio. Dopo i due concerti estivi, il Comune avvierà nelle prossime ore gli interventi necessari per risolvere la grana legata all’insufficiente drenaggio. Il rischio concreto è di avere un “Franco Scoglio” fruibile soltanto ad ottobre, mentre la Lega Pro scatterà già il 3 settembre.
“Non vorrei entrare subito in polemica perché non è il caso e sarebbe prematuro – ha esordito l’allenatore ai nostri microfoni –. Confido molto nelle istituzioni e nel sindaco. Al di là dei concerti, che sono una cosa sacra e importante e magari servono alla città per ottenere qualche introito, credo comunque che il Messina rappresenti un polo attrattivo non indifferente. Non si può fare a meno dello stadio per qualche mese, già abbiamo gravi lacune legate ai campi di allenamento”.
Modica si schiera al fianco di un club spesso criticato nelle ultime sette stagioni ma anche condizionato da un’impiantistica di fatto inadeguata: “Si dice sempre che si vuole fare qualcosa di significativo con il calcio ma così viene a decadere tutto. Sono convinto che al Comune saranno vigili e daranno un grande contributo per riaprirlo non dico per la prima giornata ma comunque in tempi ragionevoli. Di certo non possiamo attendere ottobre, novembre o addirittura dicembre come paventano i più pessimisti”.
Se il nuovo prato ha bisogno di un mese per attecchire, i corposi interventi di rifacimento del fondo campo potrebbero richiedere altri trenta giorni. Il club si era già cautelato chiedendo di giocare in trasferta le prime due gare casalinghe, ma il rischio campo neutro sembra adesso più concreto: “Sarebbe molto triste e nessuno potrebbe poi lamentarsi se la situazione dovesse precipitare. Non voglio mettere le mani avanti, perché ognuno si prende le sue responsabilità: io da tecnico e Sciotto da presidente ma le Istituzioni devono fare altrettanto. Il Messina è un patrimonio e deve giocare a casa sua. La gente ha il diritto di venire a divertirsi e svagare la domenica e magari a contestare se non gradisce lo spettacolo della partita”.