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Mirko Spataro è ottimista: “La Stefanese alla fine si salverà”

Una nuova società, sette giocatori di categoria ed un nuovo, giovanissimo e promettente tecnico. Questo è bastato agli addetti ai lavori per parlare di una “nuova Stefanese” che, nel campionato di Promozione, ha già collezionato 7 punti in tre partite per poi rimediare una sconfitta a Rocca di Caprileone. Parliamone proprio col mister Mirko Spataro, classe 1982, che con alle spalle trascorsi da calciatore in Eccellenza e Serie D, ha vinto due campionati di prima categoria da allenatore per poi essere osservatore e tecnico del settore giovanile del Trapani Calcio.

Miro Spataro, allenatore della Stefanese.
Mirko Spataro, allenatore della Stefanese.

Mister, domenica la Stefanese ha disputato la quarta gara sotto la sua guida. Una striscia di tre prestazioni utili si interrompe sul terreno della capolista Rocca. Cosa dire sulla partita? “Nei primi 15 minuti di gara il Rocca ci ha sicuramente messi in difficoltà, portando spesso e su ritmi alti tanti uomini in area di rigore. Superato questo approccio un po’ timido, penso che 3-4 accorgimenti tattici abbiano reso all’altezza della sfida la mia squadra, rimasta in partita fino alle due espulsioni. Con quegli episodi sono forse stati falsati i minuti a seguire”.

A dicembre Santo Stefano ha trovato un gruppo di dirigenti che potessero garantirgli un futuro, dopo le vicissitudini estive. Con quali motivazioni un allenatore impegnato nel calcio giovanile prova a cambiare verticalmente la rotta di un gruppo? “Nell’anno e mezzo di mia attività nel settore giovanile non sono mancate le richieste, provenienti spesso da società di promozione come la Stefanese. Non ho mai avuto dubbi nel declinarle, poiché stavo facendo bene lì dov’ero. Nel Trapani Calcio avevo trovato la mia dimensione. A dicembre mi è stato messo davanti un progetto serio e, conoscendo Santo Stefano, in primis dirigenti e ds Di Mauro, ho capito quanto fosse quello che io cercavo”.

La nuova Stefanese è tale con 7/11 di categoria superiore, che per molti la renderebbero una squadra forte quanto quelle che combattono per l’Eccellenza. Con quali ambizioni affrontate il girone di ritorno? Con un alto tasso d’esperienza è risalita semplice? “Con la situazione in cui siamo partiti sapevo fin dall’inizio quanto non fosse semplice. Nel girone di ritorno le partite si appesantiscono, i risultati portano con loro una forte pressione. I giocatori tesserati a dicembre sono sicuramente di spessore, ma vanno inseriti nel contesto che la squadra anche prima di loro, cosa che non è mai semplice. Ho trovato comunque ragazzi splendidi, che giornalmente si adattano a quelli che sono i miei sistemi di allenamento e che mi danno grandi garanzie. Questo mi rende ottimista, credo che alla fine la Stefanese si salverà”.

I Nebrodi occidentali sono tornati quest’anno ad avere due squadre nel campionato di promozione. La vostra società, in particolare, attinge ad un ampio settore giovanile. Ha trovato giovani interessanti e pensa su questi possa costruirsi un progetto? “La prima osservazione che ho rivolto al direttore Di Mauro riguardava proprio gli juniores a mia disposizione. Quelli cresciuti qui sono tutti interessanti, uno fra tutti Riccardo Barberi, esterno alto mancino classe ’98. Già dal suo primo tocco di palla, in partita, ho capito quanto potesse giovare alla nostra causa. Non dimentico, a tal proposito, gli altri, che con in testa i vari Negrone, Todaro, D’Arrigo e Buonocore sapranno aiutarmi”.

Prossimo turno in casa, di fronte ad una Santangiolese che ha ripreso la corsa dopo 8 vittorie di fila ed un breve rallentamento. Per voi quattro squalificati e la possibilità di fare qualche sorpasso. “Voglio evitare di parlare di squalifiche, perché senza usare parole di circostanza, chi subentra sarà all’altezza della situazione. Soprattutto in queste categorie non ci sono giocatori che fanno la differenza, ma prevalentemente giocatori che più si adattano dando il meglio di sé. A mio avviso le persone di cui non ho potuto usufruire in queste partite, potranno esprimersi in una grande prestazione”.

In chiusura le chiedo una sua primissima impressione, se non sul campionato almeno sulle prime compagini affrontate. Si prevede infatti una lotta all’ultimo respiro in testa, mentre in basso tutte le squadre sono attrezzate, sulla carta, per non retrocedere. Cosa succederà? “Per quanto riguarda le prime due della classe, Rocca e Castelbuono, sicuramente non sono il solo a pensare che se la giocheranno fino alla fine. Saranno però disturbate dal CUS Palermo, guidato da un bravissimo allenatore che è Marco Aprile e che molto sta dimostrando. In basso invece cambia parecchio, perché si sono rinforzati un po’ tutti, a vedere Sant’Agata, Sinagra ed altre. Alla fine tre-quattro squadre giocheranno per tirarsi fuori dalla zona più bassa. Metterei fuori dai giochi, purtroppo, il Montemaggiore. Poco è prevedibile se pensiamo che la Ciappazzi, penultima, abbia costruito a dicembre un grandissimo organico e che il Campofelice, immediatamente sopra, abbia adesso una delle migliori difese. In basso, infatti, non me la sento di azzardare previsioni, perché sarà un ritorno molto complesso”.

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