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Il Milazzo resta in mano a Costantino: “Ecco perché è fallita la trattativa”

Il Gruppo Nicocia sembrava ad un passo dall’acquisizione del Milazzo, poi la trattativa si è interrotta. A spiegarne i motivi è l’attuale vice-presidente e proprietario del sodalizio mamertino Salvatore Costantino, che rassegnò la scorsa estate le dimissioni dalla carica di presidente pur mantenendo la maggioranza del club.
Avevo chiesto delle garanzie a chi stava dall’altra parte del tavolo. Chiedevo – afferma – che la cessione fosse stipulata da colui che sarebbe dovuto divenire il nuovo legale rappresentante. La lettera che manifestava l’interesse ad acquisire la società era firmata da Stracuzzi e Nicocia, che ho incontrato soltanto una volta a Milazzo, l’atto era invece a nome di Antonino Micali e di una associazione a lui riconducibile. È una questione formale, ma chi vende deve avere la certezza che chi acquista coincida poi con chi appone la propria firma al momento di adempiere agli impegni economici.

Nino Micali al fianco degli altri soci ACR Stracuzzi e Oliveri
Nino Micali al fianco degli altri soci ACR Stracuzzi e Oliveri

Dal momento che c’era questa incongruenza, abbiamo chiesto che fosse risolta. Sembrava che il gruppo acquirente fosse pronto a risolvere il problema. Lunedì scorso era quindi in programma un incontro, che mi sono trovato costretto a disdire per degli impegni strettamente personali, ovvero la mia partecipazione a dei funerali. Gli acquirenti – svela Costantino- non hanno accettato questo rinvio, sostenendo anche che io, nel corso del fine settimana, avevo avuto degli incontri per continuare il mio impegno nel Milazzo. Ritengo che questi colloqui siano legittimi: come proprietario della società sono nelle condizioni di incontrare chiunque, a prescindere dal fatto che la trattativa in corso possa sembrare chiusa. A mio parere, infatti, un accordo è blindato solo dopo che sono state apposte delle firme e vengono offerte adeguate garanzie economiche.

Il presidente del Milazzo Salvatore Costantino
Il proprietario del Milazzo Salvatore Costantino

Se pertanto vengo contattato da qualcuno prima che ciò avvenga, con un’offerta superiore a quella precedente, anche di soli 1.000 €, non ho forse la possibilità di considerare un altro interlocutore? Insomma, a mio avviso non è questo il problema. Trovo assurdo, invece, che il loro disinteresse dipenda dal mio improvviso impegno. Lunedì stesso, quando ho informato gli acquirenti della mia assenza e di quella del mio socio, dovuta ad impegni lavorativi, avevo fissato un altro appuntamento, per mercoledì alle 18. Ma loro hanno interrotto il dialogo e si sono tirati indietro. In realtà mi è pervenuta una nuova richiesta, – ammette – in cui il gruppo si rimangiava di fatto l’accordo economico raggiunto, affermando di essere solo disposto ad accollarsi i debiti regressi con la Lega e le pendenze fiscali, che non sono ancora quantificate e che sarebbero andate interamente a carico della nuova società, a prescindere dalla stagione in cui erano state contratte. Ho respinto tutto al mittente, non lascio questa società a costo zero”.

Pietro Cannistrà
Alle sorti del Milazzo si era reinteressato anche l’ex presidente Pietro Cannistrà

Adesso gli scenari sono differenti: “Ci sono diverse strade percorribili, – dichiara – che non ci riconducono al gruppo con il quale ci siamo incontrati. Potremmo continuare il nostro impegno da soli, come avvenuto quest’anno. Ripartiremmo da quanto fatto nella stagione appena conclusa. Non ho la necessità di vendere per monetizzare, ma desidero soltanto avere dalla mia garanzie economiche per poter affrontare al meglio l’ultima parte della gestione 2015-16. Vorremmo chiudere un capitolo e così garantire quanto prima a mister, collaboratori e giocatori i compensi pattuiti. Lo scorso anno ci siamo proposti di programmare passo dopo passo. Senza voli pindarici, perché abbiamo già avuto modo di vedere quanto è successo quando ci siamo imbarcati in una situazione più ambiziosa ma molto onerosa. In alternativa, potremmo essere affiancati da un altro gruppo, che ha già preso informazioni e vorrebbe acquisire parte del sodalizio. Oppure potremmo cedere l’intera società ad un altro gruppo ancora”.

Sembra invece essersi interrotta l’avventura dell’ormai ex massimo dirigente Salvatore Miroddi, che aveva caldeggiato con forza l’ipotesi Nicocia venendo anche allo scoperto con delle dichiarazioni che avrebbero voluta chiusa la trattiva: “Miroddi ha rassegnato le dimissioni irrevocabili dalla carica di presidente – dice – e si è schierato dalla parte del gruppo Nicocia. Sta all’assemblea accoglierle, nella riunione che si terrà nei prossimi giorni. Ha fatto una scelta di campo, che va riconosciuta”.

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