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Milazzo, Matinella: “Tifosi e società meritano la salvezza. Ora mi sento un ds”

Potrebbe bastare anche un punto al Milazzo sabato al “Marco Salmeri” contro il Città di Comiso, per festeggiare la salvezza già virtualmente ipotecata con il colpaccio di Lentini in casa della Leonzio. Sarebbe un risultato sin qui meritato per i mamertini, al termine di un’annata sofferta e complicata in cui i ragazzi di Antonio Venuto hanno dovuto impiegare un po’ di tempo per adattarsi a quella categoria arrivata solo a inizio agosto con l’accettazione della domanda di ripescaggio.

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Matinella celebra con i compagni il successo di Lentini (foto Nino La Rosa)

I risultati e qualche soddisfazione sono arrivati grazie alla grinta e ai sacrifici compiuti dal gruppo, valori sapientemente trasmessi ai suoi ragazzi dal tecnico e dal suo fedelissimo, un ragazzino di 47 anni di nome Santo Matinella che in questa stagione è stato più di un semplice capitano. E dire che il malsano pensiero di appendere le scarpette al chiodo c’era pure stato, ma davanti alla richiesta di Antonio Venuto di dargli una mano per salvare il Milazzo in Eccellenza e la sensazione che il fisico e la mente camminassero ancora di pari passo, Matinella ha risposto “presente”.

L’ex Due Torri ha collezionato diverse presenze e quando non ha giocato la sua assenza si è rivelata pesante, ma il suo apporto è stato fondamentale anche per l’allestimento della rosa, considerato anche il suo ruolo di direttore sportivo. Per Matinella la salvezza sarebbe la giusta ricompensa per quanto fatto quest’anno da squadra, società e tifosi: “Naturalmente sabato per noi quello che contano sono i tre punti in modo tale da non dipendere da nessuno, ma se l’Igea Virtus con il Santa Croce fa il suo dovere allora potrebbe bastare anche un punto. Credo che la salvezza la meritiamo tutti, in modo particolare gli ultras milazzesi che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto anche in trasferta. Domenica a Lentini sembrava che giocassimo in casa, sono stati davvero straordinari. Milazzo in queste categorie è abituata a primeggiare, invece i tifosi si sono abituati all’idea di fare un campionato di sofferenza e non hanno mai battuto ciglio, non hanno mai fatto un cenno di contestazione neanche quando i risultati non arrivavano”.

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I tifosi del Milazzo presenti a Lentini (foto Nino La Rosa)

Per l’esperto difensore è un traguardo meritato da dirigenza e squadra, anche se c’è spazio per due dediche speciali: “Un plauso va fatto anche alla società, che finora non ci ha mai fatto mancare nulla e non è scontato in queste categorie, così come anche la squadra ha fatto il suo, lottando su ogni pallone e rendendo la vita difficile a chiunque. Anzi, mi dispiace che il campionato stia per finire perché credo che abbiamo raggiunto un grado di consapevolezza tale da poterci togliere altre soddisfazioni. Un pensiero va a Stefano Oliva, il nostro storico team manager che ci ha lasciato da pochi mesi, persona attaccatissima ai colori rossoblù. Mentre vorrei rivolgere un pensiero al mio amico Mimmo Cecere, recentemente scomparso in modo improvviso”.

Matinella spiega cosa lo ha spinto a prolungare di un altro anno la propria carriera agonistica: “Sinceramente pensavo di smettere, il confronto con l’Eccellenza non mi spaventava ma temevo di non poter garantire il io consueto standard di rendimento. Venuto mi ha chiesto di dargli una mano perché sapeva che ci sarebbe stato da soffrire e a lui è davvero difficile dire di no. Credevo di non giocare tante partite, invece il mio fisico mi ha stupito ancora una volta e ho collezionato un bel po’ di presenze. Ho dato il mio aiuto al mister, che ha un legame molto profondo con la piazza: per lui la salvezza significa tanto. Io non ho segreti: l’importante è stare bene fisicamente e mentalmente, trovare gli stimoli giusti ogni volta, altrimenti non avrei avuto problemi a farmi da parte. Se c’è una cosa che mi contraddistingue è proprio l’umiltà, non ho mai chiesto di giocare a prescindere, sono qui per far crescere chi mi sta vicino”. 

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Il Milazzo celebra la vittoria con la Leonzio (foto Nino La Rosa)

Il centrale difensivo ha dato un apporto anche come direttore sportivo, ruolo in cui si vede anche nell’immediato futuro: “Ho lavorato e studiato per diventare direttore sportivo, vengo da sedici anni di professionismo e in tutto questo tempo ho sviluppato sia conoscenze che un certo tipo di mentalità. Ho 47 anni e ho maturato una certa esperienza tra i Dilettanti, un mondo che bisogna conoscere, perché è necessario rendersi conto che in queste categorie i giocatori sono ragazzi che studiano o lavorano. È stato un bel banco di prova per tutti: ad agosto non sapevamo se avremmo giocato in Promozione o in Eccellenza e dopo il ripescaggio siamo stati catapultati in un campionato tosto e livellato. Per quasi tutto il girone di andata il Milazzo è stato un cantiere aperto, con giocatori che venivano e andavano. Mi piacerebbe continuare in questa veste, ma farlo programmando e portando avanti certi obiettivi. A salvezza acquisita mi siederò con la società e vedremo”. 

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