Al San Filippo torna la sfida tra Messina e Casertana ed il pensiero torna all’ultima, trionfale, “giornata giallorossa” ed al primato in Seconda Divisione soffiato ai campani proprio in extremis. Contro un avversario a secco di vittorie in riva allo Stretto da oltre 20 anni i peloritani vogliono una volta per tutte scacciare i fantasmi originati dal doppio passo falso con Matera e Paganese, coinciso con un preoccupante passo indietro sul piano del gioco e della personalità. Confermato il 3-5-2, dal momento che non vi è possibilità di sperimentare.
È emergenza in difesa, con Grassadonia costretto ad arretrare Nigro al centro di una difesa priva degli squalificati Altobello e Silvestri. Affiancherà Stefani ed Enrico Pepe. In mezzo si rivedrà Bucolo, al fianco di Damonte ed Izzillo. Sulle corsie spazio a Donnarumma e Benvenga, in avanti all’inedita coppia composta da Orlando e Bonanno, ’95 che aveva bene impressionato nel pre-campionato. Dovrebbero partire dalla panchina l’acciaccato De Bode, capitan Corona – voglioso di tornare a timbrare il cartellino a gara in corso – e Vincenzo Pepe, ancora non al top della forma.
È stato proprio “Re Giorgio” a suonare la carica nel post-gara a Pagani: “I nostri avversari hanno dimostrato di avere più fame. È un momento negativo ma dobbiamo uscirne al più presto. D’altronde da una situazione simile ci siamo passati anche l’anno scorso e ricordate tutti come è andata. Questa maglia è importante, dobbiamo fare capire quanto pesa anche ai nuovi ed ai più giovani”. Se lo augura un’intera tifoseria, che spera di replicare presto una festa simile a quella del “Granillo”, dove è maturato il primo successo stagionale contro i dirimpettai reggini.
Se i biancoscudati si fasciano la testa per i problemi della retroguardia, Gregucci è in pensiero per un centrocampo privo di ben quattro pedine. Sono out infatti il talentuoso Mancino, a segno dal dischetto nell’ultimo Messina-Casertana, Marano, Agodirin e Cruciani, mentre Mattera è ai box ormai da due mesi. I rossoblu si affideranno quindi alla classe di Carrus, alla verve di Mancosu junior – per la verità in ombra fin qui – ed al colored Cissè, principale terminale del 4-2-3-1 varato dall’ex assistente di Mancini al Manchester City.
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