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Messina

Messina, timidi approcci. Sciotto attende un segnale in vista delle scadenze

Alle 23,59 del 12 giugno scadeva il termine imposto dalla proprietà dell’Acr Messina per l’eventuale vendita del club. Proprio mentre a 225 chilometri di distanza 34mila spettatori celebrano il ritorno in serie B del Palermo, in riva allo Stretto il destino del calcio resta nuovamente in bilico, come è accaduto regolarmente nell’ultimo trentennio, già caratterizzato da tre fallimenti.

Santi Delia
L’avvocato messinese Santi Delia assiste l’Acr Messina

Sembra lontanissima la doppia rimonta che consentì ai peloritani di strappare un prezioso pareggio sul campo dei rosanero lo scorso 2 febbraio, dando il via a una splendida risalita in classifica, coincisa anche con il blitz sul campo del Bari, promosso al pari del Palermo tra i cadetti. L’impressione è che il termine fissato dal presidente Pietro Sciotto non sarà comunque perentorio.

Lo studio dell’avvocato Santi Delia ha ricevuto alcuni timidi approcci. Manifestazioni d’interesse, l’ultima da parte di un gruppo friulano-emiliano, che richiedono comunque ulteriori tempi tecnici per l’analisi dei documenti contabili, sempre che alle intenzioni segua un’effettiva offerta d’acquisto formale, nero su bianco, che fin qui è sempre mancata, come ha lamentato nell’ultima nota stampa il massimo dirigente.

Lo Monaco e Sciotto
L’ex dg Pietro Lo Monaco e il presidente Pietro Sciotto (foto Paolo Furrer)

Questa volta il titolo di serie C è stato messo in vendita a una cifra simbolica (un euro), anche se all’assenza di debiti pregressi fanno da contraltare le scadenze ormai alle porte (22 giugno), relative agli stipendi dell’ultimo trimestre, ai relativi contributi e alla tassazione che tra i professionisti è decisamente più corposa che in D. A far tentennare Sciotto, che non ha nascosto i dubbi sull’iscrizione al prossimo torneo, è però l’assenza di entrate in grado di compensare almeno in parte le uscite.

Gli esborsi preventivati in estate sono stati livellati verso l’alto e non a caso la collaborazione con il dirigente Pietro Lo Monaco è stata interrotta alla fine del girone di andata ma a pesare sono soprattutto gli incassi da botteghino ridotti, l’assenza di sponsorizzazioni alternative all’azienda automobilistica della famiglia Sciotto e di strutture adeguate per gli allenamenti della prima squadra e delle giovanili, oltre che di una foresteria e una mensa allo stadio “Franco Scoglio”, che consentirebbero di abbattere almeno gli impegni con i fornitori.

Acr Messina
Un undici titolare del Messina (foto Paolo Furrer)

Se anche le trattative con i potenziali acquirenti dovessero decollare, potrebbe non esserci il tempo per un immediato passaggio di quote e la sostituzione della fideiussione che resta a carico dell’attuale proprietà. Motivo per il quale Sciotto potrebbe essere chiamato ancora una volta a uno sforzo prima del “gong” imposto dalla Lega Pro, per poi discutere l’eventuale avvicendamento al timone del club.

L’impressione è che il patron invochi almeno la presenza di qualche socio, come era già accaduto nell’ultima fortunata annata di D, mentre un’altra serie C senza ricavi, sostegni e partner diventerebbe in corso d’opera insostenibile per una proprietà che si aspettava ben altra risposta dalla città nel suo quinquennio di gestione. A due mesi esatti dall’ultimo match ufficiale contro la Turris, l’Acr resta in attesa di definire con decisione il suo prossimo futuro.

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