Una grande chance, un’esperienza da vivere fino in fondo per mostrare il potenziale dei propri giovani. Il Messina Sud si appresta ad affrontare con estremo entusiasmo il prossimo campionato di Promozione, una vetrina degna per far crescere il proprio settore giovanile, che sin qui ha regalato soddisfazioni al presidente Lillo Trimarchi.
Il primo impegno stagionale sarà rappresentato dal doppio confronto con il Giardini Naxos in Coppa Italia, ma la testa del numero uno della società messinese è già rivolta alla stagione ormai alle porte: “Le ambizioni sono quelle di una tranquilla salvezza – ha detto Trimarchi ai nostri microfoni –. Il girone non è dei più agevoli e la presenza delle squadre catanesi farà aumentare il livello di difficoltà. Noi siamo una formazione giovane, vogliamo far crescere i ragazzi come facciamo da vent’anni a questa parte. Il settore giovanile è la nostra risorsa e la maggior parte della squadra – precisa – sarà composta da elementi del nostro vivaio. Alla fine dello scorso campionato la squadra era composta da elementi classe ’98 e ’99, questo è il nostro orgoglio. Non promettiamo niente a nessuno, abbiamo iscritto la squadra con l’auspicio di far crescere questi ragazzi”.
La carriera in panchina di Lillo Trimarchi è legata al Milazzo, guidato tra i professionisti. Per Trimarchi la mancata iscrizione in Eccellenza dei rossoblù è stata un colpo al cuore: “Milazzo non meritava la scomparsa della società – afferma –. Il Messina Sud, ad esempio, vive con i sacrifici di tre semplici soci. Noi lavoriamo a testa bassa senza fare proclami. Da altre parti purtroppo si fa il salto più lungo della gamba, promettendo investimenti e risultati e poi le società esplodono. Prima di tutto si devono creare le basi, si devono far crescere i ragazzi in strutture degne e attrezzate. Noi a Messina l’abbiamo fatto, così com’è stato fatto a Catania con Torre del Grifo o a Reggio Calabria con il centro Sant’Agata”.
Trimarchi guarda poi con interesse all’avvento della famiglia Sciotto alla guida dell’ACR Messina: “Sono persone di calcio, sanno cosa vuol dire mandare avanti una società e far crescere i ragazzi. Non sono dei neofiti – commenta – e questo è senza dubbio molto positivo. Occorrono investimenti, competenza ed entusiasmo e soprattutto non faranno i salti più lunghi della gamba. Non sono dei “canguri”. Vorremmo che con il loro avvento inizi una nuova era nel rapporto tra la prima squadra della città e le società inferiori, rapporto che quel che ci riguarda non c’è mai stato. Paradossalmente chi ci ha supportato è stata la Reggina – racconta – che ha spesso attinto dal nostro vivaio, consentendoci di utilizzare lo sponsor tecnico e affrontare determinate spese. Purtroppo quelle poche volte che in passato abbiamo avuto a che fare con l’ACR Messina non è mai stato positivo”.