La Supercoppa è andata al quotato Bassano, che anche in riva allo Stretto ha dimostrato qualità e coesione. Il Messina è apparso invece stanco ed appagato e si è arreso di fronte ai numeri di Berrettoni. Le sue marcature sono state propiziate all’andata da un buco nella barriera e da un intervento sfortunato di Lagomarsini, mentre nella sfida di ritorno hanno pesato uno svarione di Ignoffo ed un rigore generoso concesso dalla terna arbitrale. Ma se in due gare il fantasista scuola Lazio è riuscito a realizzare quattro reti ad una difesa che ne aveva subito appena undici in tutto il girone di ritorno qualcosa vorrà pur dire.
I peloritani, reduci da otto vittorie in altrettante uscite al San Filippo, non hanno mostrato la solita verve e non sono riusciti a pungere con continuità un avversario che ha mostrato grande solidità nel reparto arretrato e che è sceso in Sicilia con il chiaro obiettivo di prolungare una stagione trionfale. Pietribiasi e compagni hanno poi celebrato a lungo negli spogliatoi a suon di cori un’affermazione che impreziosisce una stagione da urlo.
Nessun cruccio comunque per il Messina, che ha avuto modo di stringersi attorno al proprio capitano Corona, che avrebbe peraltro meritato una rete, sfumata per una prodezza di Rossi. “Re Giorgio” ha raggiunto i 40 anni, rimanendo comunque assoluto protagonista sul campo, ed è pronto a regalare ancora emozioni. La marcatura della bandiera l’ha siglata Bernardo, tra i protagonisti dell’eccellente girone di ritorno che ha portato il Messina da un capo all’altro della graduatoria, dall’incubo per un possibile declassamento al tripudio per la seconda promozione consecutiva.
Adesso c’è tempo per pianificare una stagione che si annuncia esaltante e stimolante, anche per il livello delle avversarie che i peloritani si troveranno di fronte. L’analisi più efficace è stata proprio di “Re Giorgio”, che negli spogliatoi ha sentenziato: “Fino ad oggi abbiamo giocato a pallone, dall’anno prossimo torneremo a parlare davvero di calcio”. A Lo Monaco il compito di rinforzare un Messina che riparte da ottime basi, da un tecnico preparato, competente e vincente come Grassadonia e con l’unico rammarico di non avere potuto trattenere Costa Ferreira, giunto al passo d’addio.
In C unica i giallorossi ci arrivano comunque con un confortante slancio e l’affetto dei propri tifosi, che hanno celebrato un esaltante biennio, non facendo mai mancare il loro calore, incitando l’amato capitano e stringendosi nuovamente attorno a Salvatore Crupi, per la seconda volta sul terreno del San Filippo, al fianco dei propri beniamini, a quasi un anno dal terribile incidente stradale del giugno scorso che aveva fatto temere il peggio.