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Messina, si chiude un’era tra incredulità e cautela. La Curva Sud alla finestra

Dopo otto anni di ammiccamenti, indiscrezioni, ipotesi e trattative, sempre arenatesi al momento della firma, anche dopo bozze e preliminari, in pochi credevano che il Capodanno giallorosso (come aveva anticipato “SportMe News”) avrebbe davvero regalato un avvicendamento alla guida dell’Acr Messina, gestito da sette stagioni e mezzo dal presidente Pietro Sciotto.

Pietro Sciotto
Il presidente del Messina Pietro Sciotto (foto Paolo Furrer)

Sempre virtuoso al momento delle scadenze federali ma incapace di comunicare con la piazza e anche con dirigenze e staff tecnici che si sono alternati, a volte freneticamente, all’interno del club. Sempre in ritardo, con lunghe analisi primaverili, conseguenti pianificazioni tardive in estate, che hanno portato a gironi di andata da horror, tra digiuni di successi e soddisfazioni e battute d’arresto a volte mortificanti.

Propiziando poi la necessità di corposi mercati di riparazione, con aggravio dei costi, alla ricerca di rimonte sempre a lieto fine, sia in D che soprattutto in C, dove il baratro della retrocessione stava per concretizzarsi in un drammatico spareggio playout con la Gelbison. Sciotto non è stato neanche fortunato, con la promozione sul campo conquistata nell’anno del Covid, tra stadi deserti e la gara promozione a Sant’Agata a porte chiuse.

Pietro Sciotto
Pietro Sciotto, all’epoca presidente della Gualtierese, con Turi Massimino dell’Acr Messina

Il peccato originale sono state le costanti rivoluzioni. Anche dopo la promozione, con la separazione dai soci minoritari Carmine Del Regno ed Enzo Bove, che non avevano onorato i patti iniziali, ma soprattutto nell’ultima stagione, in cui si erano poste finalmente delle basi, con una permanenza ottenuta in anticipo, e un’ossatura da cui si sarebbe potuti ripartire.

Le contestazioni anche nel giorno della salvezza, la conseguente amarezza dell’anziano padre di Sciotto presente in tribuna e i problemi di salute del massimo dirigente hanno fatto il resto. Una programmazione in anticipo del campionato successivo non si è mai concretizzata, fin dall’insediamento, il 26 luglio 2017, quando l’allora sindaco Renato Accorinti consegnò a Sciotto un titolo sportivo con gli altri club già in ritiro, all’anno d’esordio in C, quando la promozione per il Covid arrivò incredibilmente a luglio inoltrato.

Acr Messina
Pietro Sciotto diventò ufficialmente presidente dell’Acr Messina il 26 luglio 2017

Ma le riunioni, i tentennamenti e i dubbi hanno prevalso anche quando c’erano mesi di tempo per provare a proporre altro. Con il punto di non ritorno rappresentato dall’inaccettabile gestione del settore giovanile, sempre esternalizzato e portato avanti tra crescenti disagi. Sciotto lascia, e a questo punto non dovrebbero esserci più dubbi, anche in virtù del volto tirato nella foto di rito con Stefano Alaimo e Francesco La Fauci, dopo avere investito tanto denaro.

Indipendentemente dagli introiti del famigerato minutaggio, che compensano soltanto una piccola parte degli esborsi. A maggior ragione in una categoria in cui i diritti tv coprono l’ingaggio di un over e gli incassi da botteghino e sponsor sono stati sempre ridotti, fino ad azzerarsi quest’anno. Di chi subentra si sa poco e i precedenti recenti in Belgio, con il Kmsk Deinze fallito, non solleticano l’entusiasmo di una piazza sollevata dalla conclusione di una parentesi interminabile e tormentata, con un presidente perennemente contestato, ma altrettanto cauta.

Curva Sud
I bandieroni dei gruppi organizzati in piazza a luglio (foto Paolo Furrer)

Tra venerdì e sabato si terrà una riunione dei vertici dei gruppi organizzati. Non c’è una linea comune e quindi manca al momento una presa di posizione ufficiale. Filtra soltanto che la Curva Sud potrebbe restare alla finestra per un altro weekend, in attesa di segnali dal mercato e dalla composizione del nuovo organigramma, ma la decisione, anticipata soltanto da qualche spiffero social, non è definitiva.

In fondo è la stessa linea degli appassionati e della stampa, che attendono segnali chiari di una svolta. Un’era si è chiusa, c’è curiosità e speranza per la nuova parentesi che si apre. La salvezza sul campo è tutt’altro che acquisita e forse mai così in bilico ma è chiaro che un ambiente unito può dare una grande spinta alla squadra. Si attendono le prossime mosse di Alaimo, che venerdì mattina incontrerà staff, calciatori e giornalisti, e di chi lo ha delegato, come il Ceo Doudou Cissè e il legale Alexandre Châteaux, che non erano presenti dal notaio Silverio Magno.

Aad Invest Group
Doudou Cissè, Ceo dell’Aad Invest Group

L’Aad Invest Group è chiamata a rilanciare il Messina. Il primo passo sarà il ritorno del direttore sportivo Domenico Roma, prossimo ad accettare un nuovo incarico dopo la parentesi di Foggia, interrotta in anticipo nonostante la risalita in classifica anche per un grave lutto familiare. Servirà tanto altro, sul mercato, sul campo, dietro una scrivania, sui social e nelle strade, dove si parla sempre meno del Messina e si è smesso di sognare.

Anche se in fondo basta poco per riaccendere l’entusiasmo di una tifoseria che dopo vent’anni disarmanti ha portato quattrocento messinesi, estranei ai club organizzati, sugli spalti di Biella, anche con la squadra quartultima e “isolata”, per citare le parole di mister Giacomo Modica e del dimissionario Angelo Costa, che tanto fecero discutere. Il cuore giallorosso batte sempre, nonostante tutto. È l’unica certezza alla quale si aggrappano anche i tanti scettici.

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