A quasi una settimana dall’annuncio del nuovo presidente Stefano Alaimo (“Domenico Roma è il nuovo direttore sportivo del Messina, lo abbiamo scelto perché conosce già la piazza”) la firma del dirigente non è ancora arrivata. E nelle ultime ore l’ex Foggia sembra sempre più lontano dalla città dello Stretto.
In assenza di dichiarazioni ufficiali del diretto interessato e del club (un silenzio che fa il paio con quelli tanto cari all’ex presidente Pietro Sciotto) non resta che affidarsi alle sensazioni. La società giustifica i mancati annunci con “alcuni passaggi burocratici” successivi all’ultima assemblea dei soci, “necessari per rendere la nuova proprietà davvero operativa”.
L’impressione è che però Roma non si sia mai legato al Messina anche perché aveva chiesto precise garanzie in vista di un mercato che si annuncia molto impegnativo. Non è semplice convincere elementi tesserati con altri club ad accettare una delicata situazione di classifica e un club appena rilevato da una fiduciaria, l’Aad Invest Group, reduce da un tormentato esordio in Belgio con il Deinze. Anche se lì subentrò in una situazione già compromessa dalla precedente gestione dell’Aca Football Partners e dei suoi investitori giunti da Singapore.
“Roma rimane la prima scelta” filtra dal club ma per dare il via al mercato il dirigente aveva sollecitato una fideiussione integrativa perché quella attuale che copre un budget da un milione di euro gli sembra insufficiente per alzare davvero l’asticella e avviare una complicata rincorsa salvezza.
Sciotto nei suoi sette anni di gestione ha rifiutato numerose offerte d’acquisto, ritenendole sempre inadeguate, in quanto a suo avviso agli acquirenti mancava la necessaria solidità economica. Una convinzione che con ogni probabilità è incontestabile, se si pensa ad esempio al fallimento del Fc Messina gestito da chi fu ad un passo dall’intesa con Sciotto.
Ma lo scorso 2 gennaio, all’atto della cessione all’Aad, il club sottolineò: “La sottoscrizione dell’atto è avvenuta con palese disponibilità del presidente Sciotto, il quale ha chiesto e ottenuto precise garanzie sul futuro dell’Acr Messina”. Alle buone intenzioni però devono seguire i fatti e il massimo dirigente più contestato di sempre rischia adesso di rimediare indirettamente un’altra figuraccia dopo una gestione rivelatasi totalmente inadeguata sotto il profilo comunicativo e soprattutto organizzativo.
Serve a poco sventolare la bandierina degli impegni economici rispettati, in una categoria in cui 54 club su 60 hanno fin qui evitato passaggi a vuoto e conseguenti penalizzazioni. Pesano invece un settore giovanile abbandonato a sè stesso e una prima squadra che ha staccato la spina da settimane, come hanno ammesso in sala stampa anche il vice allenatore Maurizio Miranda e il capitano Davide Petrucci.
Chi ha appena rilevato il club invece è già stato incauto nell’annunciare un ds che non aveva ancora firmato ed è sorprendente appurare che dopo sette mesi di trattative non avesse altri uomini di fiducia e magari anche calciatori pronti. L’incertezza potrebbe peraltro allontanare altri tesserati a poche ore dalla delicatissima trasferta di Taranto.
Pasqualino Ortisi, assente agli ultimi allenamenti come era accaduto con Manetta, è già promesso sposo dell’Altamura mentre il Potenza – che non ha nascosto attraverso il suo ds il disappunto per le difficoltà di dialogo con il Messina – è sempre più vicino a Luca Petrungaro. Gennaro Anatriello infine potrebbe accettare la corte dall’Avellino, che ha rilanciato la sua offerta dopo le avances del Trapani. Perdere anche i due attaccanti che hanno firmato 11 dei 17 gol fin qui realizzati dal Messina rischia di rappresentare un segnale di resa.
La squadra intanto venerdì mattina partirà alla volta della Puglia. Programmata una sosta a Cosenza per la rifinitura e il pranzo, poi il trasferimento a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, dove sarà regolarmente presente il tecnico Giacomo Modica. Anche la sfida al fanalino di coda del torneo, reduce da sette sconfitte consecutive ma capace di conquistare sul campo appena tre punti in meno dell’Acr (13 a 16) rischia di trasformarsi in un ostacolo proibitivo. Il futuro così è un’incognita e rischia di essere già segnato con largo anticipo.