A Mugnano si giocherà a porte aperte? Il dietrofront, dopo l’iniziale divieto, è stato possibile grazie all’autorizzazione “occasionale ed eccezionale” del sindaco del centro napoletano Luigi Sarnataro. L’ultima agibilità del “Vallefuoco” è scaduta nel novembre 2015, ma l’intervento del primo cittadino dovrebbe consentire comunque l’accesso nella struttura, con capienza limitata a 2420 posti. Si attende però il definitivo placet della Questura, quello del Comune potrebbe paradossalmente non essere sufficiente.
L’ACR che aprirà contro il Portici la sua nuova stagione è reduce dall’ennesima estate travagliata. Il terzo fallimento in 24 anni è difficile da accettare per le modalità con le quali è maturato. L’ex presidente dell’Atletico Catania Franco Proto aveva rilevato la società in corso d’opera, con l’obiettivo di garantire normalità e un futuro più sereno ed ambizioso. Sono arrivate invece la rinuncia alla C e la stucchevole tiritera legata al mancato rimborso di parte degli abbonamenti ai tifosi che avevano scommesso ad occhi chiusi sulla sua nuova creatura. Sia loro che il resto della tifoseria sono chiamati a pazientare, in attesa di tempi migliori.
Grazie al “paracadute” concesso alle città che hanno una certa tradizione calcistica ed al versamento di 150mila euro a fondo perduto, la città dello Stretto riparte con un altro ACR, quello di Pietro Sciotto, dal piano inferiore, la serie D, senza il peso di un pesante passivo sul groppone. La squadra è ancora incompleta e l’infortunio di Tricamo e soprattutto la mancata definizione dei tesseramenti dei tre under Brugnoni, Frezzi e Buda – vincolati alla Vibonese che attende la definitiva ufficialità del riapprodo in C – complicano i piani dello staff tecnico.
Antonio Venuto la D l’ha già vinta a Milazzo, conquistando poi risultati di rilievo anche con il Due Torri, altra formazione della provincia. A 56 anni corona finalmente il sogno di accomodarsi sulla panchina della squadra della sua città, chiamata ancora una volta a risorgere dalle proprie ceneri. Il presidente Sciotto ha dichiarato senza mezze misure che l’obiettivo dichiarato è la promozione in C, ma soprattutto in avvio ci sarà da soffrire. Per colmare il gap sulla carta ancora esistente con le big del torneo (Nocerina su tutte) serviranno il calore del pubblico messinese e qualche altro innesto in corso d’opera. C’è tempo d’altronde fino a metà settembre per puntellare ancora la rosa.
In porta ci sarà Gagliardini, scuola Juve, a Messina dopo la breve parentesi estiva con Grassadonia. In difesa scelte obbligate con i tre over Cassaro, Colombini (appena arrivato dalla Toscana) e Manetta. Più opzioni a centrocampo. Si va dal 3-5-2 con Lavrendi in campo e l’under Bonadio (’97) in attacco, al più plausibile 3-4-1-2 con il giovane Carini trequartista. Un modulo che potrebbe presto trasformarsi nel 3-4-3 visto più volte durante il precampionato. I quattro under obbligatori per regolamento dovrebbero essere Cozzolino (’98) sulla fascia destra, uno tra Lia e Mosca (entrambi ’97) sulla corsia opposta, e l’affidabile e promettente Bossa (’98), uno dei pochi superstiti del vecchio ACR, al fianco dell’argentino Pezzella, principale colpo di mercato estivo.
Carini (’99) dovrebbe agire alle spalle delle punte Dezai, ivoriano che ha già vinto la D con Siracusa e Akragas, e Cocuzza, che torna in giallorosso per la quarta volta con l’importante dote di una settantina di reti in carriera e il grande affetto della piazza. Rizzo, autentico protagonista del precampionato, potrebbe essere sacrificato almeno in partenza, per rappresentare poi un’arma letale a gara in corso. A completare la panchina gli over Manetta, Migliorini e Mariani, il giovanissimo Meo e gli altri juniores Bucca, Scopelliti e Mascari. Ma è impossibile prevedere eventuali variabili studiate da parte di Venuto. Comunque vada, l’augurio migliore è che si torni davvero a parlare solo di calcio giocato.