Scaletta d’interventi fitta alle celebrazioni del centenario della Fip a Messina. Omaggiato Santi Puglisi, ex viceallenatore di Sandro Gamba nella Nazionale italiana, con cui ha vinto l’Europeo nel 1983: “Sono un emigrante perché sono partito da Catania nel lontano 1973 e ho avuto tanta fortuna, riuscendo a vincere tre scudetti e partecipando all’Olimpiade di Los Angeles, un ricordo indelebile. Quando mi sveglio la mattina penso sempre a quell’esperienza. Ho fatto il professore di educazione fisica nonostante le diffidenze di mio padre. Oggi seguo ogni gara in tv e mi tengo sempre aggiornato. Amo profondamente la Sicilia, dove conservo parte della mia famiglia”.
Presente Gino Musacchia, ex presidente Fip: “Vinci è stato il mio maestro. Ricordo la sua capacità unica nel trasmettere le passioni che lo animavano fortemente, un denominatore comune che ha portato a crescere la dirigenza attuale delle Federazione e l’intero movimento. Non arretrava minimamente nella difesa della propria passione e ideologia e questo lo portava a scontri anche con altri dirigenti istituzionali”.
Altra figura di spessore Nino Molino, che ha raccontato alcuni aneddoti personali: “Conservo svariati ricordi speciali, soprattutto gli scudetti con Taranto e Napoli. Nella squadra pugliese, fra l’altro, c’era anche Cristina Correnti come giocatrice. Tramando le stagioni belle ma anche quelle brutte come l’ultima a Napoli, conclusa con un quarto posto senza che la squadra ricevesse stipendi. Ringrazio Petrucci e Laguardia che mi hanno permesso di lavorare nel settore nazionale con l’Under 20. Ricordo addirittura dopo la conquista dello scudetto un presidente di serie A1 di pallavolo che mi chiamò per guidare la sua squadra. Lo ringraziai per la proposta ma quella non era una disciplina a me congeniale. L’unico rammarico è non aver vinto uno scudetto in Sicilia, ma ci sono andato molto vicino”.
Spazio ai ricordi anche con Ninni Gebbia: “Ho la fortuna di poter tramutare il lavoro che faccio in una grande passione, ovvero lavorare con i giovani. Poi vincere e perdere fa parte del gioco. Ho 55 anni di attività alle spalle, ricordo la promozione di Pozzuoli ottenuta contro Ragusa, la mia ex squadra. Due anni fa da vice allenatore della Nazionale under 20 aver sentito l’inno nazionale risuonare al palazzetto mi ha profondamente emozionato”.
Presente il decano dei direttori generali, Francesco Venza, ormai dal 1996 una colonna portante dell’Orlandina Basket: “Da 23 anni collaboro con Capo d’Orlando, il comune più piccolo a partecipare alla massima serie. Ne abbiamo disputati sette e non è poco. Manteniamo i piedi saldi per terra e conserviamo un posto in A2, dopo un anno e mezzo di pandemia non è poco. Da tre anni siamo tra i primi in classifica nel ranking come impiego di giovani. Nel 2017-18 abbiamo vinto due gare in Champions League, un ricordo indelebile”.
Con lui l’esperto allenatore Santino Coppa, icona del movimento cestistico femminile: “È una grande emozione ritrovare amici e maestri. Qui mi sento a casa, a Messina fra l’altro dalla serie B iniziò la nostra scalata nel 2000 con Priolo. In questa sala è presente la pallacanestro siciliana e un bravo va rivolto al commissario che l’ha riunita”.
Entusiasta per l’evento anche Gaetano Gebbia: “Sono sincero, non c’è un presidente più rivoluzionario di Cristina Correnti e non lo dico solo per stima personale. Senza i vari Tracuzzi, Puglisi, Benvenuti, Messina e Zorzi non sarei quello che sono diventato oggi. Rappresentano l’eccellenza del nostro basket. Sono riconoscente a tutte le realtà con cui ho lavorato, in primis Stella Azzurra, Viola e ovviamente la stessa Federazione, che mi ha formato cestisticamente”.
Non poteva mancare l’arbitro internazionale Carmelo Paternicò, membro del Cia Sicilia: “Mi trovo davanti a persone che ho sempre considerato vere e proprie leggende. Ho sempre cercato di fare propria la loro cultura cestistica. Da 36 anni considero Petrucci il mio presidente. Ricordo la Correnti in versione giocatrice e pur nella diversità dei rispettivi ruoli quando la incontravo da arbitro abbiamo sempre avuto il massimo rispetto. Porto avanti un ruolo nel Cia, insieme vogliamo dare alla Sicilia tutto quello che da questo mondo abbiamo ricevuto. Abbiamo una grande responsabilità verso i più giovani, a cui trasmettere i valori fondanti di questo sport”.
Tra i numerosi esempi di imprenditori attivi nel basket siciliano Gianstefano Passalacqua è uno di quelli più meritori: “Compio giornalmente tanti sacrifici, pur avendo soltanto dieci anni di impegno alle spalle. Voglio fare ancora tanto, il basket mi tanto tempo ma devo ringraziare principalmente la mia famiglia che mi asseconda in tutto. Lo sport ci porta ad andare sempre oltre il nostro limite, nella piena consapevolezza delle proprie possibilità: lo insegno alle mie ragazze”.