Un black-out difficile da spiegare. Scottato dalla batosta casalinga di sabato con il Matera, il Messina si interroga su come, nel giro di otto giorni, sia passato dall’euforia per la vittoria nel “derby dello Stretto”, destinata peraltro ad essere celebrata ancora a lungo dai tifosi giallorossi, ad un tracollo dalle proporzioni inaspettate. Cinque gol, incassati in un tempo, davanti al proprio pubblico: roba da non crederci.
I lucani, guidati da Auteri, che prima del confronto del San Filippo non avevano ancora vinto, hanno pigiato subito sull’acceleratore, evidenziando quei problemi nell’assetto difensivo già emersi anche nelle precedenti sfide, in parte con il Barletta, in modo più evidente con la Lupa Roma, ed infine anche a Reggio Calabria, dove Insigne ha peccato di precisione a tu per tu con Lagomarsini.
In più la sciocchezza commessa da Altobello, colpevole della reazione a palla lontana che ha provocato anche la concessione del penalty, ha costretto i suoi a disputare il resto della partita in inferiorità numerica. Madonia e compagni a quel punto hanno dilagato, chiudendo il discorso nei primi 45’, di fronte ad un Messina incapace di reagire. Una giornata nerissima, nella quale non ha funzionato nulla. Perfino Grassadonia ha deciso di correre ai ripari con colpevole ritardo, mentre nell’immediatezza dell’espulsione l’arretramento di Donnarumma è stata l’unica toppa, che non è riuscita a coprire una falla evidente.
Unica eccezione nell’amaro pomeriggio del San Filippo la straordinaria maturità della tifoseria, che non ha mai smesso di incitare la squadra, nonostante il passivo pesantissimo. Il tempo per riflettere su quanto accaduto è poco. Mercoledì a Pagani la sfida contro l’ex Cuoghi, nel turno infrasettimanale. I campani hanno perso le ultime tre gare e la panchina del tecnico inizia a traballare, anche in virtù del successivo impegno con il Lecce.
La squadra, che ha ripreso già domenica la preparazione, sostiene una doppia seduta nella giornata di lunedì, prima della rifinitura anticipata al martedì. Restano da valutare le condizioni di Bjelanovic, ancora alle prese con il fastidio al piede che gli ha impedito di scendere in campo contro il Matera. Match dalle mille emozioni per il tecnico Gianluca Grassadonia e per tre dei suoi “pupilli”, Enrico Pepe, Elio Nigro e Luca Orlando, tutti ex Paganese.
Turno di stop forzato ovviamente per Altobello, fermato per due giornate dal Giudice sportivo e costretto a saltare anche la successiva sfida casalinga con la Casertana. Nei diciotto dovrebbe trovare spazio Stampa, che rappresenta insieme al rumeno Marin l’alternativa a Donnarumma, fin qui pedina inamovibile dell’undici titolare e rimpiazzato a gara in corso con la Lupa Roma soltanto con l’adattamento di Benvenga sulla corsia apposta.
Con i compagni continua ad allenarsi, almeno saltuariamente, anche il grande ex Alessandro Parisi. La società confida sempre in uno “sconto” della squalifica, che gli consentirebbe magari da gennaio di scendere nuovamente in campo con la maglia del Messina. L’innesto dell’esterno sinistro 37enne stravolgerebbe comunque i piani legati all’età media, dal momento che appare difficile un eventuale impiego contemporaneo a quelli di Corona o Bjelanovic.