A quattro anni e mezzo dal suo insediamento, avvenuto nell’estate del 2017, il presidente del Messina Pietro Sciotto medita nuovamente un passo indietro. Già nel 2019, dopo avere momentaneamente demandato la gestione del club al figlio Paolo, si paventò la possibilità ma l’intesa con Rocco Arena non arrivò. E le sorti del suo Fc Messina, da poche ore di fatto escluso dal campionato di serie D, fanno il paio con le valutazioni di Sciotto, che considerò l’offerta non all’altezza.
Uno scenario che si è ripetuto nell’estate del 2020, quando si fece avanti l’imprenditore calabrese Mauro Nucaro, già patron del Corigliano con alterne fortune, e nel luglio scorso, quando toccò all’imprenditore campano Antonio De Sarlo, che ha poi rilevato l’Imolese, quart’ultima nel girone B di Lega Pro, protagonista di un ottimo avvio di torneo, ma capace di raccogliere soltanto due punti nelle ultime sette giornate.
L’unica fruttuosa partnership con l’imprenditore campano Carmine Del Regno, che rilevò il 30% delle quote, partecipando fattivamente alla promozione in Lega Pro. La collaborazione si è però interrotta in estate, quando Sciotto ha preferito virare drasticamente, riportando a Messina l’ex patron Pietro Lo Monaco e il suo gruppo di lavoro. L’attuale direttore generale ha annunciato due settimane fa il suo addio ma di fatto resta operativo, nonostante una grave crisi di risultati, con appena un punto raccolto nelle ultime sei gare dal tecnico Eziolino Capuano, la cui panchina resta in bilico.
La sfiducia e una classifica critica sembrano avere adesso convinto Sciotto a valutare la proposta arrivata sul tavolo nelle scorse settimane, incaricando in tal senso lo studio legale di Michele Bonetti e Santi Delia. I due avvocati sono vincolati da un mandato di riservatezza e quindi non verranno forniti particolari dettagli sul gruppo che si è affacciato alla finestra. Secondo quanto è filtrato non vi sono però imprenditori messinesi coinvolti. I soggetti interessati hanno designato un capocordata, chiamato a curare gli interessi di differenti realtà attive sul territorio nazionale, e non avrebbero ancora definito l’entità delle rispettive quote di partecipazione all’operazione.
A questo interesse già formalizzato nel mese di novembre è seguito nei giorni scorsi l’abboccamento con un secondo potenziale acquirente, rappresentato da intermediari messinesi, che però non ha ancora presentato alcuna proposta concreta. Sciotto ha già chiarito che tutto questo non significa che l’Acr Messina verrà automaticamente venduto e che la cessione si concretizzerà “se dovesse pervenire un’offerta in grado di garantire un futuro migliore alle ambizioni della città”. Di certo i tempi non saranno immediati.
Dovrà essere valutata la consistenza di chi si propone, considerato che quanto accaduto dal 2009 ad oggi impone cautela, e chi sarebbe disposto a subentrare avrebbe già chiesto una “due diligence” sui conti del club. In tal senso, con le scadenze fiscali e contributive di metà dicembre ormai prossime, la famiglia Sciotto ha già annunciato che rispetterà gli impegni economici concordati ad inizio stagione.
Soltanto se si raggiungerà un’intesa, il Messina potrebbe passare di mano tra qualche settimana, realisticamente nel nuovo anno. Dopo tante estati calcisticamente calde, anche un inverno più rigido del solito potrebbe regalare insomma sorprese. Anche se il tifo organizzato, che proprio in queste ore ha chiamato a raccolta tutto l’ambiente, spera che la svolta si concretizzi prima sul campo, magari già nell’atteso derby con il Catania, e poi magari dietro una scrivania.