In attesa di sviluppi societari, non più procrastinabili in virtù delle scadenze economiche di metà dicembre, in casa Messina la novità delle ultime ore è rappresentata dalle dimissioni del direttore sportivo Giuseppe Pavone. Il dirigente le ha formalizzate al presidente Pietro Sciotto, che però le ha già respinte. L’ex Foggia, rientrato in Puglia, dove risiede, sembra irremovibile, ma il mancato annuncio del club è legato proprio al diniego del massimo dirigente, che vorrebbe trattenerlo.
Pavone avrebbe collegato il suo passo indietro al possibile cambio di proprietà ormai alle porte. Di fatto una questione di tatto e di stile nei confronti di chi è in predicato di subentrare nella gestione. L’Aad Invest Group avrebbe così mani libere e la possibilità di optare per figure di suo riferimento nel caso in cui ritenesse necessaria una svolta a livello tecnico-dirigenziale. Ma alla base potrebbe esserci anche un feeling con il massimo dirigente progressivamente scemato, come peraltro è accaduto a tanti predecessori. A maggior ragione in mesi complicati, vissuti senza il supporto del pubblico, in un contesto ambientale che ha complicato tantissimo anche il mercato estivo. Pavone non lo ha mai nascosto nelle sue rare uscite pubbliche.
Da Trapani peraltro rimbalzano insistenti le voci di un interesse per il ds messinese del presidente Valerio Antonini, che stima anche il tecnico Giacomo Modica, per cui arrivarono attestati innegabili dopo l’ottima prova dei giallorossi nel match pareggiato in extremis dalla formazione dell’ex Totò Aronica. Le prossime ore chiariranno i nuovi scenari e se il passo indietro di Pavone sarà confermato il Messina avrà un’altra casella chiave da riempire in vista del fondamentale mercato invernale, dopo quella del direttore generale, vacante da mesi.
Sul fronte societario nessuna comunicazione da parte della fiduciaria lussemburghese e del fondo americano alle sue spalle, potenziali acquirenti del pacchetto di maggioranza del club, che però fin dall’estate si sono trincerati nel silenzio, alimentando attese ma anche dubbi e preoccupazioni. Sul campo invece da Torre del Greco è arrivata una vitale boccata d’ossigeno. Il Messina dopo nove mesi è riuscito finalmente a sbloccarsi in trasferta, conquistando tre punti chiave in ottica salvezza. Dopo la vittoria con il Giugliano i peloritani sono riusciti a ripetersi in uno scontro diretto, raddrizzando la rotta dopo settimane complicate.
Il successo con la Turris, arrivato su un campo in cui il Messina aveva vinto soltanto una volta nei quindici precedenti, non risolve certo tutti i problemi, anche perché l’avversario vive un momento complicato, a livello societario e quindi sul campo. Ora Manetta e compagni potranno preparare con maggiore fiducia la doppia sfida con Foggia e Juve Next Gen, altre due squadre che hanno vissuto un girone di andata deludente ma adesso sembrano avere svoltato anche grazie ai cambi in panchina.
I rossoneri hanno conquistato ben otto punti nelle ultime quattro giornate e sono destinati a risalire verso la zona playoff, che era dichiaratamente l’obiettivo estivo. I bianconeri hanno ritrovato i tre punti contro il Taranto, sempre più fanalino di coda dopo il -10 di penalizzazione. La sfida con la Turris regala conferme su tanti uomini chiave, da Krapikas, che è stato decisivo con il rigore parato nel finale e sta diventando un leader indiscusso, ad Anatriello, che è arrivato a quota sei gol a fronte di dodici partenze da titolare. Una perla la sua punizione, spedita sotto l’incrocio.
Non è del tutto guarita invece la retroguardia, che ha ballato e concesso ingenuamente un rigore, pur non facilmente individuabile e giudicabile nelle scarne riprese di Sky. Si confermano elementi cardine Rizzo, cresciuto progressivamente nell’arco della stagione, e soprattutto Petrungaro, che ha avuto il merito di svoltare un match subito in salita dopo lo svantaggio con un’accelerazione sulla sinistra che ha propiziato l’autogol di Cocetta e cambiato l’inerzia del match.
Indicazioni confortanti sono arrivate da Petrucci, alla quinta partenza da titolare in stagione. L’auspicio è che sia un punto di svolta. Detto del campo, dove comunque servirà di più per tenere testa al Foggia degli ex Emmausso e Zunno, l’attenzione si sposta soprattutto sugli aspetti societari. L’auspicio è che dopo mesi nel limbo si possa concretizzare un’agognata svolta, necessaria per ricompattare un’ambiente disilluso e distaccato. Anche se Torre del Greco dimostra che bastano tre punti per riaccendere speranze e interesse. La contestazione non si è mai incrinata, l’amore di tanti per la biancoscudata resta invece intatto.