Sono tre gli spettacoli in cartellone nella prossima settimana a firma del Cortile Teatro Festival di Messina, edizione del decennale. Si comincia lunedì 26 con “Astolfo sulla Luna”; per continuare con “Liberamente ispirato a La maschera della morte rossa di E. Poe” di e con Simone Corso (Cortile Calapaj – D’Alcontres); e il 29 e il 30 luglio con lo spettacolo ”Piccola Patria”, della compagnia toscana CapoTrave (Area Iris), molto attesa a queste latitudini.
“Astolfo sulla Luna”, come spiega l’attore palermitano Filippo Luna «è un puro divertissement tra parole e musica che racconta il viaggio di Astolfo, eroico paladino protagonista di straordinarie imprese, attraverso una parabola incredibilmente attuale che riporta in superficie, così come lo vediamo e viviamo oggi, un mondo che è solo il frutto della nostra perdita di senno, della nostra follia». Il pubblico messinese ricorda bene l’attore palermitano per la sua eccellente interpretazione di “Le mille blu” di Salvatore Rizzo, che questa volta si cimenta in prima persona con un “testo sacro” della nostra letteratura, visto che il testo di “Astolfo sulla Luna” è scritto e interpretato da Filippo Luna (liberamente tratto dal canto XXXIV dell’Orlando Furioso), con musiche eseguite dal vivo dalla fisarmonica di Virginia Maiorana.
Giorno 27 luglio sarà la volta di Simone Corso, giovane e già pluripremiato attore, autore e regista messinese, che introduce così il suo spettacolo dal titolo “Liberamente ispirato a La maschera della morte rossa” di E. Poe: «Il racconto, pubblicato nel maggio del 1842, narra di come il principe protagonista della vicenda passi le sue giornate di quarantena rinchiuso dentro la sua dimora, attorniato da parenti e cortigiani, organizzando feste in maschera e banchetti, mentre fuori dalle mura il mondo è funestato dalla pandemia da Morte Rossa». E aggiunge: «Le pandemie sono la normalità. Ci sono sempre state, sempre ce ne saranno. In molte città d’Italia c’è una via del Lazzaretto, reliquia di tempi che ci paiono lontanissimi, di un mondo ormai perduto». Vi ricorda, forse, qualcosa?
“Piccola patria” è ambientata nel nostro presente, in una cittadina di provincia non specificata, dove si sta per svolgere un referendum che decreterà l’eventuale autonomia dall’Italia. La vicenda si sviluppa su tre giorni: il giorno antecedente, il giorno stesso e quello successivo al voto. Nella stesura drammaturgica gli autori Lucia Franchi e Luca Ricci si sono ispirati alla vicenda storica della Repubblica di Cospaia, situata tra la Toscana e l’Umbria: un lembo di terra lungo 2 km e largo 500 metri che fu Repubblica indipendente dal 1440 al 1826, a causa di un errore di tracciamento dei confini da parte dei geografi della Repubblica di Firenze e dello Stato Pontificio. Lo spettacolo propone una riflessione su un fenomeno del nostro tempo: ovvero, la frammentazione in piccole patrie e l’incapacità della politica di dare risposte alle reali necessità dei cittadini. Gli interpreti sono Simone Faloppa, Gabriele Paolocà e Gioia Salvatori. L’appuntamento col teatro d’autore è dunque a partire da lunedì 26 luglio.