La “cura” Grassani è servita a riequilibrare i parametri patrimoniali monitorati dalla Covisoc. Il Messina, pur rimandato, incassa un risultato positivo, grazie all’apporto dell’esperto legale bolognese. Una magra consolazione, che può e deve essere il preludio ad un gol nel recupero, dopo novanta minuti da incubo.
L’intera città, o meglio la ristretta porzione che ha seguito con costanza l’ACR anche nell’ultimo tormentato decennio, ripone ogni speranza nel ricorso che sarà presentato venerdì. Le comunicazioni della Commissione di Vigilanza sono indirizzate esclusivamente alle società e il Messina non ne ha rivelato i contenuti, mantenendo il più assoluto riserbo a differenza di club come il Mantova, che ha annunciato la risoluzione dei suoi problemi, e della Maceratese, che ha invece alzato bandiera bianca, come Como e Latina (che ripartirà però dal titolo del Fondi).
All’atto della presentazione del bilancio previsionale erano state lamentate insufficienze, colmate grazie ai crediti per le valorizzazioni, al riassestamento dello stato patrimoniale e alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Sembra finalmente alle spalle anche la querelle con l’Agenzia delle Entrate: la temuta rateizzazione dei debiti pregressi è costata un cartellino giallo anche alla Juve Stabia. Annullato l’ostacolo rappresentato dall’indice di indebitamento ereditato dalle precedenti gestioni, l’ACR è chiamato ad onorare le scadenze già disattese tra fine giugno ed inizio luglio, relative a stipendi e contributi. Inadempienze che costeranno ammende e penalizzazioni, anche se per contenerle si fa ancora una volta affidamento sul “guru” Grassani.
Ormai da un anno rappresenta invece un’autentica telenovela la polizza fideiussoria, indispensabile per garantire i futuri tesserati sulla solvibilità societaria. L’anno scorso una leggerezza l’ha commessa anche la Lega, che diede il via libera a intermediari rivelatisi poi inaffidabili. A gennaio il Messina, grazie all’impegno degli ex soci Gugliotta e Micali, ne ottenne una seconda sostitutiva, poi ritirata dopo la cessione del club a Proto. L’attuale presidente assicurò già ad inizio giugno, negli studi di Rtp, l’ottenimento della fondamentale garanzia. Ma la scelta di un broker unico e il consistente aumento del premio richiesto hanno probabilmente scompaginato i piani della proprietà, costretta all’ennesima corsa contro il tempo.
Dagli uffici di San Filippo filtrano ottimismo, cautela ma anche un po’ di preoccupazione. Difficile capire perché per un mese siano stati lanciati a mezzo stampa reiterati messaggi distensivi, anziché realistici appelli, nonostante l’attualità fotografasse una situazione molto delicata. A poche ore dal gong, è attesa una soluzione in extremis, come suggeriscono anche le indiscrezioni relative a potenziali nuovi partner. Anche perché, dopo i due recenti fallimenti, il Messina ha impiegato cinque anni per ritrovare il professionismo e l’immobilismo dell’imprenditoria, in un territorio depresso e perennemente in crisi, non agevola certo il compito di chi prova faticosamente a investire nello sport.
Nonostante i gruppi organizzati siano rimasti in silenzio nelle ultime settimane, gli unici a vincere, come sempre, sono stati i tifosi. Che si sono abbonati a scatola chiusa, senza conoscere staff tecnico e rosa, confidando nella riapertura del “Celeste”. A proposito, dopo le sollecitazioni della Commissione Sport, apprendiamo che il progetto esecutivo verrà presentato entro la prossima settimana, proprio in concomitanza con la pronuncia del Consiglio Federale del 20 luglio. Finalmente, dopo due mesi e mezzo di dichiarazioni d’intenti ed aperture, le Istituzioni avranno modo di visionare le carte e dare un’accelerata ad un iter che si annuncia comunque articolato. Lo scorso 4 luglio si è chiusa la prima fase della campagna abbonamenti, a prezzi agevolati. Da due settimane non si conoscono più dati ufficiali sulle tessere staccate. L’auspicio è che presto ricominci la conta.