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Messina-Catania, il day after. Un punto per uno non fa male a nessuno

Alla fine la montagna ha partorito un topolino. Messina e Catania si sono equivalse senza farsi male, in un derby caratterizzato più dalla paura di non perdere che dalla voglia di imporsi in una partita che probabilmente avrebbe dato la svolta definitiva alla stagione della vincitrice. La gara non è stata bella, la posta in palio era molto alta, anche se si era appena all’undicesima giornata, ma alla squadra di Arturo Di Napoli vanno comunque fatti i complimenti per aver dimostrato di potersela giocare ad armi pari con una delle big del campionato, facendo capire che non a caso si trova subito dietro la Casertana capolista.

Uno striscione in curva
Uno striscione in curva

Anche questa volta Berardi ha rischiato molto poco (settima gara su undici per il Messina senza subìre reti), con la coppia centrale Martinelli-Parisi che ha offerto l’ennesima prova superlativa. Due elementi di ben altra caratura rispetto alla Lega Pro. In mezzo il centrocampo ha viaggiato a sprazzi. Baccolo ha voluto esserci nonostante una settimana di allenamenti a parte, Giorgione ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, mentre Fornito ha dato gli ennesimi segnali incoraggianti. Sarebbe ingiusto, però, non elencare i meriti di un Catania compatto e per nulla intimorito dalla muraglia giallorossa dei 18mila del San Filippo, con la linea mediana, Agazzi in testa, che ha fatto valere la propria stazza rispetto ad un Messina a cui è sembrato tremare di più le gambe.

Il pubblico del San Filippo
Il pubblico del San Filippo

Se l’attacco era considerato il punto forte della squadra di Pancaro non si può dire lo stesso per la difesa, capace di creare qualche imbarazzo ad un non impeccabile Bastianoni. L’attacco giallorosso, però, non ne ha approfittato, sbagliando spesso l’ultimo passaggio, senza far arrivare a Cocuzza palloni che esaltassero le sue qualità. L’ex Noto ha fatto il diavolo a quattro cercando di impensierire la retroguardia etnea anche in fase di non possesso, ma Barraco e Padulano restavano troppo larghi vanificando il lavoro. A centrocampo Pancaro ha fatto valere la fisicità dei suoi interpreti, così in fase di ripartenza gli avanti peloritani si trovavano in inferiorità numerica, senza aver nessuno su cui scaricare la palla. Ma tutto sommato va bene così, la partita l’avrebbe potuta indirizzare solo un episodio che le due squadre non si sono neanche scomposte più di tanto nel cercare.

Martorana e Musa sul terreno di gioco
Martorana e Musa sul terreno di gioco

Di Napoli fa comunque bene ad elogiare i suoi ragazzi che per l’ennesima volta sono usciti dal campo con le maglie grondanti di sudore, rendendo merito ad una cornice di pubblico di categoria superiore. Le presenze del San Filippo sono il giusto premio per un gruppo che sta ottenendo grandi risultati, ma soprattutto per una società che ha toccato le corde giuste nell’animo dei tifosi. E’ evidente che il dato sugli spettatori di Messina-Catania (i 18.426 paganti costituiscono il record della settimana per il calcio italiano) non sarà replicabile, ma le ultime due sfide interne hanno dato un segnale chiaro da parte di una città che vuole riappropriarsi di una squadra che può essere l’unico motivo di vanto in un momento così difficile.

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