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Messina, adesso è un gioco di incastri. Kragl e Ragusa rientrano in gruppo

Non tutto è perduto. Le ultime prestazioni del Messina non sono state esaltanti e anche il direttore sportivo Pasquale Logiudice d’altronde aveva chiarito dopo il ko interno con il Foggia che non aveva rivisto lo stesso Acr capace di scalare la graduatoria, illudendo un po’ tutti che la salvezza diretta fosse ormai a portata di mano. Sul campo del Picerno, che comunque è arrivato all’undicesimo risultato utile di fila, confermandosi la rivelazione stagionale insieme al Cerignola, è stato un Messina efficace in difesa ma meno incisivo dalla cintola in su, come ha ammesso a fine gara anche il tecnico Ezio Raciti.

Cinelli e Raciti
L’ingresso in campo di Cinelli e Raciti (foto Paolo Furrer)

Al di là delle assenze degli uomini più rappresentativi, è innegabile che una volta frenata la strepitosa verve di Ibourahima Balde, capace di realizzare ben sette reti in appena dieci gare, la squadra ha mostrato di avere le polveri un po’ bagnate, come fotografano le uniche tre marcature nelle ultime sette uscite. Resta comunque evidente che al Messina edizione 2023, capace di ottenere ben 26 punti in sedici gare, si può rimproverare poco e che a pesare oltremodo è l’eredità precedente, con appena 11 punti all’attivo in ben venti giornate.

In casa con la Juve Stabia e in trasferta a Taranto, contro due squadre già salve che però possono ancora vantare legittime speranze play-off, servirà un altro atteggiamento, più deciso e propositivo. Conquistando sei punti qualsiasi scenario sarà aperto, anche quello di una salvezza diretta che adesso è distante tre lunghezze (anche se la Turris vanta anche il vantaggio negli scontri diretti).

Fofana
Fofana prova a sfondare sulla corsia (foto Paolo Furrer)

La terzultima giornata ha però rigettato nella mischia anche Giugliano e Avellino. I campani dovranno conquistare almeno un punto contro il Potenza, che sogna la post-season, o il Crotone, che invece ha perso con il Cerignola e deve soltanto preparare i playoff: un’impresa non impossibile. Più delicata la posizione dell’Avellino, la principale delusione del torneo, che farà visita ad una Fidelis Andria spacciata e ospiterà poi il Monterosi, alla ricerca di punti decisivi in ottica salvezza. Gli irpini si sono complicati la vita e il Messina che è in vantaggio negli scontri diretti sogna una clamorosa rimonta.

La Turris, che vede la permanenza a portata di mano, si giocherà tutto nello scontro diretto con la Viterbese, consapevole poi di dovere chiudere la stagione regolare a Foggia, sul campo di una squadra risalita a -1 dal terzo posto. Dovrà inseguire due successi anche il Monterosi, che ospiterà il Taranto e andrà poi ad Avellino, in un drammatico gioco di incastri che vale un campionato e un futuro in Lega Pro.

Oliver Kragl
Il tedesco Oliver Kragl è rientrato in gruppo (foto Paolo Furrer)

Viterbese e Andria sono a -8 dalla quintultima e se dovessero perdere anche solo un altro punto il secondo playout non si disputerebbe, la Gelbison dovrà battere Crotone e Monopoli ma dipende quasi esclusivamente dagli altri. Il Messina dovrà insomma concentrarsi sulle sue sfide e ottenendo il massimo potrà confidare in qualche assist dagli altri campi.

La settimana di lavoro è iniziata con ottime notizie per il tecnico Raciti e il suo vice Cinelli. Sia il centrocampista tedesco Oliver Kragl che il fantasista messinese Antonino Ragusa, voglioso finalmente di sbloccarsi in termini di reti, sono rientrati in gruppo e saranno a disposizione domenica al “Franco Scoglio”.

Ragusa
Anche Antonino Ragusa ha recuperato dall’infortunio (foto Paolo Furrer)

Lavoro differenziato invece per la punta Leonardo Perez, vittima di una lieve distorsione alla caviglia. Lo staff medico confida comunque di recuperarlo già nelle prossime ore. I tre acquisti più importanti del mercato invernale dovranno guidare il Messina in un match chiave, da affrontare invece senza l’altro leader Fumagalli tra i pali. Il portiere è stato squalificato al pari di Celesia e Curiale. Ma a questo punto le assenze non potranno più essere un alibi: va scacciato lo spettro playout, che rievoca peraltro ricordi assai sgraditi ai tifosi.

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