Il calcio siciliano, come lui, lo conoscono davvero in pochi. Salvatore Pintaudi, giornalista di Antenna del Mediterrano e della Gazzetta dello Sport, sa davvero tutti i segreti di chi calca i rettangoli verdi dell’isola. Ormai da 25 anni, con la sua “Tribuna Sportiva”, racconta in particolare il calcio messinese e, in tempi di mercato, Pintaudi resta di certo uno degli analisti più affidabili ed informati sui fatti. Abbiamo fatto il punto sulle compagini della provincia di Serie D ed Eccellenza proprio con lui, in questa intervista.
Salvatore, in questi giorni tutte le società stanno definendo l’assetto della propria rosa per la prossima stagione sportiva. Da qualche giorno il Due Torri è particolarmente attivo, pronto al suo terzo anno con Antonio Venuto in panchina. Come credi si evolverà la situazione squadra?
Volendo essere sincero, come lo sono sempre, ritengo che questo sarà per il Due Torri un anno molto difficile. A quanto pare la società vuole abbassare ancor di più l’età media dell’organico e questo sarebbe un ennesimo azzardo. Per due anni la squadra ha fatto benissimo, nonostante non vantasse chissà quali giocatori, ma adesso la situazione è diversa. Si partirà praticamente il primo agosto e alcuni giocatori tra quelli più importanti sono andati via. Ravidà ha rimpiazzato Tricamo, che garantiva comunque una lunga esperienza in Serie D. Credo che Cassaro abbia già le valigie in mano e mi giunge voce che Ingrassia abbia la possibilità di andare in Lega Pro. In attacco c’è un problema grosso e di vecchia data, ancor più grave dopo la partenza di Cicirello. Il reparto avanzato va ricostruito per intero e, purtroppo, lì davanti, serve gente di esperienza.
I giocatori dell’Igea Virtus hanno ricominciato a sudare, ma a quanto pare servono ancora un centrocampista ed un difensore che possano far fare il salto di qualità alla formazione di Raffaele.
Penso che l’Igea Virtus sia solo un gradino avanti al Due Torri. A mio avviso l’Igea non è ancora una squadra da Serie D e questo Peppe Raffaele lo sa bene. Come dicevi manca un pezzo importante sia per la difesa che per il centrocampo, ma a mio avviso anche per l’attacco. Caputa non è una prima punta, anche se potrebbe essere adattato in quella posizione. Per la quarta serie serve però un centravanti che garantisca almeno 10 gol. A centrocampo c’è necessità di un giocatore dalle qualità tecniche eccelse, mentre in difesa serve un compagno per Dall’Oglio, che a mio avviso è un ottimo difensore e merita a pieno la categoria. Il profilo ideale è quello di un giocatore tecnicamente molto simile a Santo Matinella e proprio per questo sarei stato curioso di veder giocare insieme questi due giocatori. In porta sono sicuro che Giovanni Inferrera farà un grandissimo campionato, mentre gli under in rosa dovrebbero essere abbastanza. Purtroppo quel quid in più che Raffaele ha dato all’Igea in Eccellenza, in Serie D lo possono dare anche altri allenatori. Per fare il salto di qualità servono i 2/3 giocatori di cui parliamo.
In Eccellenza è il Milazzo ad avere una rosa quasi completa, anche qui con delle novità importanti. Come è stata costruita la squadra?
In chiave mercato, se permetti, credo che il Milazzo stia facendo una campagna acquisti intelligentissima e di alta qualità. Ritengo che siano stati presi a “km zero” i migliori giocatori disponibili e, per questo, alla società rossoblù va la palma del miglior mercato della provincia in tutte le categorie, considerando anche la Lega Pro, dato che il Messina sta lasciando parecchio a desiderare. Vincere è sempre molto difficile, ma penso che la squadra di mister Giunta possa competere con Palazzolo e Troina, che hanno costruito organici importanti e sono le altre due big di questo girone. In questo Milazzo che è costruito benissimo, ad essere sincero, non vedo punti deboli. In provincia non vedevamo una campagna acquisti così da anni.
Anche a Sant’Agata mancano i dettagli. Mister Ferrara può dirsi soddisfatto?
Manca davvero poco per parlare di organico completo. Come mister Raffaele, qui Pasquale Ferrara garantisce un quid in più alla sua squadra. E’ un allenatore di valore indiscusso, che è stato bravo a gestire il proprio mercato badando tantissimo al portafogli. Ferrara conosce tantissimi giocatori e col passare delle settimane sta risolvendo qualche difficoltà incontrata strada facendo. L’attacco era da completare fino a ieri, ma Scariolo potrebbe rispondere all’esigenza di questa formazione di avere una torre a centro area, un attaccante di sostanza che non sia brevilineo come gli altri e che possa finalizzare il gioco della squadra ed i cross di Zingales. Il Sant’Agata può sicuramente salvarsi.
Il Rocca di Caprileone 2.0 è ancora in piena campagna acquisti. Che tipo di lavoro si sta facendo?
Il Rocca è ancora un cantiere aperto ed difficile capire cosa ne verrà fuori. Il cerchio dell’anno scorso è stato chiuso, la società è ripartita, ma credo che saranno tantissime le difficoltà da affrontare nel prossimo campionato. Ci sono un allenatore e dei giocatori nuovi per la categoria e, ad oggi, il Rocca non è ancora una squadra. Mancano tantissimi elementi, i reparti sono tutti da completare. Purtroppo c’è ancora tanta strada ed il tempo stringe. E’ questo il periodo in cui mettere benzina nelle gambe e la preparazione deve essere lunga, fatta in modo certosino. Farla senza tutta la rosa a disposizione è un rischio.
L’organico del Torregrotta, invece, dovremmo conoscerlo tutto insieme.
Per il Torregrotta vale lo stesso discorso fatto per il Rocca. Se il Rocca è un cantiere aperto, a Torregrotta vanno ancora messi i paletti per delimitare l’area in cui costruire. A maggior ragione, da neopromossa, la squadra rischia tantissimo. Carmelo Mancuso dovrà rifare l’organico ex novo: è un dato di fatto dopo tutte le partenze.
Nella tua città i dirigenti dell’Orlandina sono parecchio indaffarati. Dopo la richiesta di una concessione per il “Micale” e lo scambio di battute col sindaco, nonostante la squadra sia praticamente inesistente, al società ha fatto sapere che ci sarebbero anche i margini per chiedere ripescaggio in Eccellenza.
Lasciamo stare le barzellette, ti prego (ride, ndr). Ne abbiamo sentite tante negli ultimi anni, abbiamo visto anche parecchi film e tutti hanno avuto una fine tragica. Credo che la cosa migliore per questi sconosciuti sia riprendere a fare il proprio lavoro, lasciando perdere il calcio che a Capo d’Orlando ha portato tante soddisfazioni e tanto lustro.