La lenta agonia dell’Orlandina Calcio sembra destinata a continuare e, presumibilmente, non solo sul campo. Se, infatti, i paladini giacciono ancora ultimi in classifica nel torneo di Eccellenza B, per di più con 0 punti e con una differenza reti pari a -24, le ultime settimane avevano visto la società orfana del proprio allenatore Santo Mazzullo, in malattia, ed alla ricerca di un nuovo tecnico, poi individuato in Nicola Ferrara. Ma Mazzullo sostiene di aver lasciato la squadra non per motivi di salute, come asserito dalla dirigenza, ma per la mancata disponibilità dei dirigenti orlandini a retribuirlo per la propria attività. In questa intervista, l’allenatore catanese riparte dalle origini di questa stagione, segnata, a suo parere, da una serie di promesse disattese.
“La settimana precedente all’inizio del campionato – spiega – l’Orlandina mancava ancora di parecchi elementi. Avevo chiesto 5-6 calciatori di peso per la categoria, che avevo anche contattato. La società non ha potuto tesserarli, asserendo che fossero completamente fuori budget. La rottura, comunque, si è consumata venendo al capitolo accordo economico. I dirigenti mi hanno messo davanti la possibilità di non presentarne uno in lega, o di ratificarne uno pari a zero euro. Da lì ho chiaramente detto di non essere disposto a restare senza denaro in cambio”.
Chiediamo, allora, quali siano stati gli impegni assunti dalla società verso il tecnico, considerato anche che Mazzullo è stato l’unico tecnico disponibile a prestare il fianco alla disastrosa retrocessione dal campionato di serie D. “Non si era discusso di una cifra nello specifico – dice – ma quando il signor Vitale (vicepresidente e “factotum della società, ndr) mi ha contattato ho subito detto che non sarebbe stato nelle mie intenzioni, né nelle mia possibilità, lavorare gratis.
Lo scorso anno ho deciso di fare un sacrificio, pur avendo consegnato in lega un accordo col presidente Romagnoli. Sapevo di andare incontro ad una retrocessione, possibilmente senza vedermi corrisposto lo stipendio. Tutto ciò era comunque dettato da una situazione ben nota. Quest’anno doveva essere tutta un’altra cosa. Mi era stato promesso un organico dignitoso – continua, ritornando all’aspetto campo – che potesse affrontare il campionato di Eccellenza e salvarsi con tranquillità. Questo era ciò che si era pattuito, ma una volta cominciata la programmazione e fatte le prime amichevoli, ho realizzato come la rosa fosse incompleta. Mancava quasi tutta la spina dorsale della squadra, che si sarebbe potuta ricostruire con due difensori centrali, una coppia di centrocampisti ancora centrali e due attaccanti. Nonostante avessi individuato i nomi di questi, non se n’è fatto nulla perché la società non disponeva di alcuna cifra. Abbiamo completato il campionato di serie D dello scorso anno con la testa a quello in corso. Era naturale che tutti noi ci fossimo prefissati di vivere quest’anno come quello della rifondazione. Io stesso non sarei stato disponibile a restare, qualora si fosse prefigurato un campionato sulla falsariga di quello precedente”.
E, come detto, la società ha affermato che Mazzullo avesse lasciato per motivi di salute. “Non è vero che io sia impossibilitato ad allenare. Se ho avuto del risentimento – chiarisce – ciò è successo dopo le dimissioni. Infatti mi sono sentito tradito, accantonato e questo dopo essermi speso in prima persona per l’Orlandina”.
Dopo le dimissioni di Santo Mazzullo, la società contatta Massimo Bontempo, ma non raggiunge l’accordo. A distanza di pochi giorni, siede invece sulla panchina Nicola Ferrara. Giovane tecnico campano, il neo trainer dell’Orlandina ha vinto lo scorso campionato di terza categoria col San Marzano.
“Sono venuto a conoscenza – dice Mazzullo – dell’avvicinamento a Massimo Bontempo e del tesseramento di Nicola Ferrara solo dai giornali. Bontempo, come me, ha chiesto alla società dei giocatori ed un regolare accordo economico e, ancora come me, non è stato accontentato. Nel frattempo i ragazzi sono rimasti da soli ed ho avuto modo di constatare, nella partita contro lo Sporting Taormina, una totale involuzione della squadra da ogni punto di vista. Non so, a questo punto, perché la scelta sia ricaduta sul giovane allenatore campano, ma è una cosa che esclusivamente riguarda la società. Ferrara avrà chiesto di essere pagato? Credo – riflette – che un allenatore che abbia calcato i campi della serie D o dell’Eccellenza, non sia disposto ad allenare gratis. Io, inoltre, faccio l’allenatore per mestiere. Non esercito un’altra professione e non posso mettere in difficoltà la mia famiglia, cosa successa lo scorso anno a causa di difficoltà oggettive”.
Lo scorso anno Mazzullo prese in carico l’Orladina solo dopo varie giornate, una volta superate le esperienze di Pasulko, Alacqua e Germano. Ma, stando a delle indiscrezioni estive, doveva essere lui l’allenatore fin da subito.
“All’inizio dello scorso anno – ricorda – la società ha commesso sbagli enormi, come ho detto anche al presidente Romagnoli. Sono state sperperate un sacco di risorse, specie nell’ingaggio dei calciatori tedeschi. A occhio e croce, con la cifra spesa in quel breve periodo, si potrebbero disputare due campionati di Eccellenza. Secondo i primi accordi, avrei dovuto allenare io la squadra, ma quando siamo andati in Germania a visionare i nuovi tesserati, il presidente mi ha detto che sarei stato vice del tecnico Pasulko. Si è cominciato il campionato, è arrivato Antonio Alacqua, la società ha cambiato faccia con De Benedictis ed alla fine ho scelto di accompagnare l’Orlandina in questo torneo, col solo scopo di mantenere il titolo. Nonostante tutto non mi pento di ciò che ho fatto“.
In ultimo, potrebbero essere le vertenze economiche a dare ulteriori grattacapi al sodalizio biancazzurro. La società è stata infatti condannata a corrispondere spettanze arretrate all’ex allenatore Angelo Galfano ed all’ex capitano Santo Matinella. Questi provvedimenti potrebbero non essere i soli, ma Mazzullo non sa cosa pensare. “Riguarda la società, personalmente non ne ho contezza“, dice. Di sicuro la telenovela Orlandina non si ferma qui.