Il vice-presidente del Messina Matteo Sciotto è diventato deputato regionale. Già sindaco di Gualtieri Sicaminò per dieci anni, da quattro è primo cittadino di Santa Lucia del Mela. Adesso il grande salto e l’approdo nell’Assemblea Regionale Siciliana, celebrato sui social: “Ho vinto, abbiamo vinto. Ho ottenuto un risultato straordinario, che porterà finalmente un Sindaco della Valle del Mela a sedere all’Assemblea Regionale Siciliana, con un consenso che mi riempie di gioia e di orgoglio, e che al tempo stesso mi pone di fronte ad una grande responsabilità. Grazie a tutti per il sostegno disinteressato che avete riposto nella mia persona, grazie per l’affetto con cui mi avete accompagnato durante tutta la campagna elettorale, per esserci sempre stati, anche quando la vittoria non era scontata”.
Un impegno che sarà compatibile con la carica di primo cittadino: “Continuerò a lavorare per il nostro territorio, come ho sempre fatto, ma da una prospettiva che mi permetterà di fare di più, di fare meglio. Lo devo a voi, lo devo a questo straordinario territorio che merita di essere degnamente rappresentato a Palazzo dei Normanni. Mi troverete nuovamente nel Palazzo Municipale di Piazza Duomo a Santa Lucia del Mela, con la stessa dedizione di sempre, ma con la consapevolezza che si apre un periodo nuovo, una grande occasione non solo per Santa Lucia, di cui continuerò ad essere fieramente Sindaco, ma per tutto il nostro territorio”.
Per il movimento “Sud chiama Nord”, che ha eletto anche un deputato e una senatrice a Roma, l’assessore allo Sport del Comune di Messina Francesco Gallo e l’assessora al patrimonio Dafne Musolino, resta però l’amarezza per la mancata elezione dell’ex sindaco alla presidenza della Regione, che Sciotto non nasconde.
“Abbiamo mancato l’obiettivo più importante: portare Cateno De Luca a Palazzo d’Orleans, imprimere un cambiamento storico che mai come questa volta sentivamo ad un passo e in cui tanti siciliani hanno creduto: siamo stati tantissimi, abbiamo ottenuto un risultato incredibile contando sulle nostre sole forze, senza l’appoggio di nessun simbolo nazionale, costruendo dal basso la seconda forza politica dell’isola. Non è bastato. È un peccato, ma anche una base di partenza: abbiamo costruito una forza che avrà un peso specifico fondamentale nei prossimi cinque anni, abbiamo spazzato via metà dei partiti tradizionali permettendo alla Sicilia, dopo decenni, di avere un’opposizione degna di questo nome, costruita e voluta dai siciliani”.