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Matinella: “Al Milazzo serve continuità. Tante squadre hanno cambiato volto”

Il Milazzo ha concluso il girone di andata con il pari interno contro l’Imesi Atletico Catania, al termine di una gara in cui i mamertini hanno recriminato per alcune scelte arbitrali. Il primo impegno ufficiale del nuovo anno il 7 gennaio, con l’impegnativa sfida al Modica terzo in graduatoria. Il 2023 è stato caratterizzato da una salvezza tanto sofferta quanto meritata, ma anche da un rimpasto societario che ha garantito la possibilità di potere ambire ad un campionato di livello superiore già in questa stagione. Si ragiona step by step, con sana ambizione ma logico ottimismo, perché così come Roma non è stata costruita in un giorno è altrettanto difficile pensare di far ritornare il calcio milazzese agli antichi fasti nel giro di pochi mesi.

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Il gol di Jacopo Errante nel Memorial Oliva (foto Nino La Rosa)

Un bilancio lo stila Santo Matinella, sempre più a suo agio nel ruolo di direttore sportivo, senza accantonare del tutto quello di giocatore, nonostante le sue 47 primavere: “Diciamo che siamo in linea con gli obiettivi che ci eravamo prefissati all’inizio della stagione. Questa estate non abbiamo mai nascosto la nostra ambizione di disputare un campionato di livello superiore rispetto allo scorso anno e così sta accadendo. Siamo appena a metà del percorso e non sarà facile ritrovarsi nella posizione attuale in primavera: serviranno cattiveria e continuità”.

“Questo è un campionato particolare, in cui ci sono quattro squadre che per budget e investimenti fatti spiccano rispetto alle altre, arrivare quinti e giocare i playoff avrebbe dunque un significato particolare. Però non sarà facile, il campionato che inizierà a gennaio avrà valori completamente diversi rispetto a quelli visti finora. Tante squadre si sono rinforzate e ne sappiamo qualcosa noi, perché la gara contro l’Atletico Catania, classifica alla mano, sembrava già scritta e invece loro con qualche inserimento sono migliorati tanto da uscire imbattuti dal nostro campo”.

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La targa dedicata al compianto Stefano Oliva (foto Nino La Rosa)

A proposito di mercato, l’arrivo di Antonio Isgrò dall’Igea Virtus conferma le ambizioni del Milazzo, ma per Matinella i punti di forza sono altri: “Il non aver dovuto fare i conti con qualche addio eccellente è per noi un aspetto importante, anche perché mi rendo conto che molti dei nostri giocatori migliori potessero avere delle richieste. Invece abbiamo mantenuto la barra dritta, siamo contenti e vogliamo portare al termine questa stagione nei migliori dei modi. Un altro obiettivo che ci siamo prefissati è quello della valorizzazione dei giovani del territorio, che per noi rappresentano un valore aggiunto”.

La tifoseria è impaziente ma Matinella predica cautela e umiltà: “Mi rendo conto che il tifoso milazzese è tanto appassionato quanto pretenzioso. In questa piazza sono ancora vivi i ricordi degli anni del professionismo, ma lo scenario è diverso. Noi ragioniamo programmando piccoli passi: quest’anno avevamo promesso un campionato con un livello superiore rispetto a quello scorso e ci stiamo riuscendo, in una categoria difficile e insidiosa. Stiamo rispettando i programmi ma il calcio è fatto di tempi: bruciare le tappe e volare troppo con la fantasia potrebbe originare poi bruschi risvegli”. 

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Il tecnico Antonio Venuto al Memorial Stefano Oliva (foto Nino La Rosa)

Determinante ovviamente la presenza di mister Venuto: “Ad inizio stagione abbiamo faticato un po’ a trovare la quadra ma il cambio di guida tecnica non è mai stata un’ipotesi. È vero che abbiamo faticato e la squadra non riusciva a segnare, ma questo perché per via di alcune operazioni di mercato non andate in porto ci siamo ritrovati a dover schierare in avanti un 2004 e un 2005. Stiamo parlando di ragazzi di assoluto valore, che però soffrono l’impatto con difensori più esperti”.

“Inoltre c’è stata pure la questione modulo, perché siamo partiti con l’idea di fare un 4-2-3-1, ma adesso stiamo giocando con un 3-5-2 che all’occorrenza può diventare 3-4-3. Il mister ha il pregio di non avere un modulo fisso ma di sapersi adattare alla rosa che ha a disposizione, fino a quando non trova il modo per poter far esprimere al meglio i giocatori. Altro fattore da tenere in considerazione sono gli infortuni, con cui molto spesso abbiamo dovuto fare i conti”.

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