Capitani coraggiosi. L’appellativo calza a pennello per tratteggiare i contorni di Giuliano Maresca, da due stagioni emblema del progetto sportivo del Basket Barcellona che senza esitare nell’estate 2013 ha pescato l’estro della guardia romana dalla massima serie in canotta Juve Caserta. Il giocatore, tra le altre, ex di Rieti, Montegranaro, Treviso e Milano non è mai passato in secondo piano, avendo stretto con l’ambiente della città del Longano un legame vero e sincero, diventando tra i beniamini degli aficionados giallorossi. Archiviata una stagione molto difficile ed instabile dal punto di vista economico ma che ha riservato grandi soddisfazioni dal lato sportivo nonostante la mancata partecipazione ai playoff dopo quattro presenze consecutive, il numero nove dell’Orange Moon non dimentica gli sforzi sostenuti insieme ai suoi compagni per garantire alla città la sopravvivenza del basket che conta ed è già proiettato al futuro che, sinceramente, spera di vederlo vestire ancora questi colori.
“E’ stato un anno che custodirò gelosamente, molto intenso che ha visto da parte di noi giocatori la massima serietà ed attaccamento alla maglia. I tifosi hanno apprezzato e le scelte fatte in estate si sono risolte azzeccate. Nel girone di ritorno, potendo contare sul PalAlberti ci siamo tolti diverse soddisfazioni nonostante un roster più corto a seguito di due partenze significative in organico (Kelley e Borra, ndc). Le difficoltà non possono essere nascoste ma vedo la spinta giusta per porre basi più solide per il prossimo futuro, la pallacanestro per Barcellona è una componente essenziale ed un aspetto molto serio”.
Da capitano Maresca non si è sottratto dopo l’ultima vittoria stagionale contro Brescia per salutare pubblicamente i propri sostenitori, affidando ad un breve discorso gli auspici di rivedersi tutti il prossimo anno.
“Rappresento il gruppo ed a nome di tutti i ragazzi a fine gara (nel successo sulla vicecapolista, ndc) mi è sembrato giusto prendere la parola per omaggiare chi ci ha sempre seguito, anche a Patti. Era un breve discorso che mi è venuto spontaneo e direttamente dal cuore. Guardiamo avanti”.
La stagione infatti è ancora agli albori con le squadre impegnate nel primo turno eliminatorio dei playoff. Appare prematuro parlare di programmazione a qualsiasi livello, l’atleta capitolino però lancia alcuni accorati consigli alla propria dirigenza.
“Parlare di qualsiasi aspetto legato alla prossima stagione è del tutto affrettato, diamo il giusto tempo alla dirigenza di stilare un consuntivo e alzare lo sguardo. Serve chiarezza al proprio interno per poi delineare le scelte future ed a quale categoria prendere parte. Posso però garantire che da parte di tutti i giocatori dell’attuale stagione la disponibilità è massima a continuare il rapporto ove le condizioni lo permettano”.
Rapporto speciale quello instaurato con Giovanni Perdichizzi, tecnico che aveva già avuto a Brindisi portandola in massima serie e che quest’anno si è preso sul campo le giuste rivincite dopo l’esonero registrato sei mesi prima. Questo il plauso dell’esterno di Barcellona.
“Già ad inizio anno, in estate ritenevo coach Perdichizzi la persona ideale per guidare il nostro progetto, l’ho poi ribadito a fine anno nel dopo gara con Brescia. Ha svolto un lavoro umano e tecnico incredibile, facendo passare le difficoltà in secondo piano. Non so quanti allenatori nelle sue stesse condizioni avrebbero sempre pensato in positivo. Abbiamo vinto anche gare sulla carta impossibili (exploit con Verona, Brescia, Ferentino, ndc) e per questo si merita un sincero grazie. Il nostro rapporto va oltre il basket giocato, è speciale e lui lo sa bene”.
Bilancio personale in una stagione caratterizzata dal massimo affiatamento del collettivo e da comprensibili alti e bassi per uno degli inamovibili del quintetto siciliano che ha confermato i numeri della precedente (10,2 punti in 28 minuti con 2 rimbalzi e 1,5 assist) pur con diverse responsabilità.
“Sono contento per l’atteggiamento tenuto in campo, dalla mia ho grande esperienza ed ho sempre provato a trasmetterla ai miei compagni. Le arrabbiature ci stanno perché si vuole sempre migliorare. Sono contento dal punto di vista del morale che tecnico per quello che ho dato pur in un progetto che dopo gli addii di Kelley e Borra andava ricontestualizzato e richiedeva dal sottoscritto una diversa gestione”.