Il presidente della Serie C Matteo Marani (foto Daniele Buffa)
“La notte della C” è stata l’occasione utile per presentare il nuovo logo della Serie C Now. Dalla straordinaria location del salone d’onore della Triennale di Milano ha parlato il presidente Matteo Marani: “Abbiamo vissuto un’annata bellissima. La serie C è una categoria straordinaria, speciale, di raccordo tra il professionismo e la D. Abbiamo dimostrato in questi due anni di governance che non si può fare a meno della C, una serie seria. Un anno e mezzo fa pochi mi conoscevano, arrivavo dalla tv e conoscevo più la serie A. Qui ho trovato passionalità, i presidenti ci mettono cuore, tempo e risorse, non guadagnandoci e spesso non vengono compresi sul territorio. Mi avete dato fiducia ed è stato un grande percorso”.
Il pubblico complessivo negli stadi ha sfiorato quota tre milioni di paganti, con una crescita del 32%: “Ci sono grandi piazze, abbiamo aumentato la presenza in tv, con Sky e la Rai. Sono aumentante le entrate, ci sono nuovi sponsor. Vicenza-Carrarese sarà la doppia finale. L’aumento degli spettatori è un dato clamoroso, nonostante la tv non si è perso pubblico. Ringrazio il consiglio direttivo: spesso abbiamo fatto riunioni su WhatsApp, poco formali. Ringrazio le 35 persone che lavorano a Firenze e mandano avanti un’azienda, che va da Trento e Trieste alla Sicilia, con Catania, Messina e il Trapani che si è appena aggiunto”.
Marani ha presentato il nuovo logo e annunciato che in cantiere ci sono altre novità, principalmente a favore di chi punta sui giovani: “Uniamo tradizione e innovazione, una C classica e una stilizzata che guarda al futuro. Ringrazio Sky che l’ha realizzato. Ci siamo ispirati all’Inghilterra, al calcio e al tennis, proponendo il verde e il viola, colori inediti. La C è storia e tradizione, esiste dal 1959, è un bene prezioso. Dall’anno prossimo la premialità relativa al minutaggio sarà quattro volte superiore grazie alla riforma che porta il nome di Gianfranco Zola, che sta entrando adesso in vigore. I settori giovanili d’altronde richiedono un impegno rilevante. In C sono cresciuti campioni del mondo, allenatori, giocatori e arbitri tra i più importanti e famosi del mondo. È un patrimonio sociale e culturale. Qui a Milano è rappresentato tutto il calcio italiano. Stiamo facendo tanta strada ma non ci fermiamo qui”.
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