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Manzo: “Tante offerte ai nostri ragazzi dopo le finali. Io attendo la JustMary”

Non si spegne l’eco di un’impresa soltanto accarezzata ma che ha dato lustro a tutto il movimento regionale. Il coach della JustMary Messina Beto Manzo riavvolge il nastro di una stagione tanto compressa quanto emozionante: “In partenza l’intento prioritario era quello di ripartire dopo il Covid puntando a fare bene, permettendo sia ai ragazzi che a una società del tutto nuova come la nostra di crescere. Abbiamo gettato i primi mattoncini nella consapevolezza che nessuno ci ha regalato nulla”.

JustMary Messina
Il presidente Caruso, il vice Pizzuto e coach Manzo (foto Cambria)

La decisione di giocare assumendosi direttamente i rischi della pandemia viene da lontano, dai primi mesi di pianificazione di una stagione che alla lunga ha mostrato la bontà della scelta intrapresa. “Il momento determinante ad ottobre. Durante il lockdown, nonostante le restrizioni, la società ci ha mostrato vicinanza e ci ha permesso nel pieno rispetto dei protocolli di portare avanti il lavoro fisico con programmi individuali. Avevamo archiviato sei settimane di preparazione pre-campionato e fermarci di colpo ci avrebbe fatto male. Alla prova del campo posso dire che i ragazzi a fine percorso sono migliorati e per un allenatore questo è quello che conta maggiormente”.

Superare la ruggine dopo il periodo di stop imposto dalle condizioni sanitarie ed esprimersi a questi livelli è stata un’altra vittoria ottenuta dal gruppo: “Il gioco è venuto fuori con un sistema chiaro e delineato tra i suoi interpreti. Pur in una mini-stagione molto compressa abbiamo mostrato le nostre qualità e dopo oltre un anno di fermo per alcuni ragazzi non era una cosa scontata”.

Beto Manzo
Beto Manzo è l’head coach della JustMary Messina Cocuzza

Spogliatoio nuovo, seguire l’allenatore era fondamentale per creare una chimica di squadra: “Abbiamo lavorato tanto e raccolto quanto seminato. Già vincere il campionato in Sicilia per noi è stata un’impresa, difendere l’onore della nostra regione a livello nazionale e perdere la serie B soltanto all’ultimo tiro fa capire la portata di quanto realizzato”. 

Tra i dirigenti non è mancato un clima propositivo, una ricetta dimostratasi vincente: “Sin dai primi giorni del varo del progetto JustMary la condivisione delle scelte tra i dirigenti è stata la chiave di tutto. Al presidente Caruso oltre all’aspetto tecnico ho fornito un aiuto a livello manageriale, sapendo che dallo scambio nascono buone idee e questo è stato certamente un buon punto di partenza”. 

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Tayo Shittu ha dovuto lasciare la JustMary per via della Brexit

La squadra ha vinto il girone siciliano, rispettando i pronostici estivi. Un successo comunque tutt’altro che scontato: “Subito alla vigilia siamo stati indicati tra i favoriti del campionato. Un gruppo giovane e totalmente nuovo ha saputo convivere con la pressione. Alcuni erano esordienti in C, arrivando dalle minors. Abbiamo perso prima dell’esordio il nostro faro designato, il lungo Shittu, per via della Brexit e questo ci ha costretto a ridisegnare la squadra optando per un roster senza veri lunghi ma con atleti intercambiabili. Posso soltanto ringraziare i giocatori per la grande disponibilità e il mio staff dimostratosi competente”.  

Equilibrio e successi sono arrivati con grande regolarità in un campionato molto bello sino al suo atto conclusivo: “In stagione non abbiamo mai perso se non con il Basket School, una squadra esperta che soffrivamo e per due volte ci ha inflitto sconfitte nette, prima della nostra vittoria nella finalissima. Non avevamo segreti, soltanto tanto lavoro. Siamo anche riusciti ad offrire un gioco a tratti spettacolare, mettendo in mostra oltre ai big anche diversi giovani che a turno salivano sul proscenio”.  

La palla a due della finale tra JustMary e Gold & Gold
La palla a due della finale tra JustMary e Gold & Gold

Gli appassionati hanno seguito con interesse le fasi finali. I giallorossi del tecnico argentino sono riusciti a fare tanta strada, sfiorando la promozione nella categoria nazionale: “La spettacolarità delle finali è stata testimoniata dal seguito avuto dalle dirette delle nostre partite, che ha limitato la quasi totale assenza del pubblico nei palazzetti. Specialmente dopo Molfetta e Borgomanero, partite che hanno raggiunto livelli importanti di partecipazione sui social, mi sono arrivavate chiamate da ogni parte d’Italia. Anche i giocatori hanno colto questa vetrina riuscendosi a mettersi in mostra con la riprova dei contratti che stanno firmando in questi giorni a livelli più alti. Loro sanno infatti di essere liberi da ogni vincolo di sorta e scegliere il posto ideale per continuare la propria crescita”.

Manzo dà priorità alla società peloritana che la scorsa estate ha varato un progetto pluriennale. È comunque consapevole che il cammino compiuto gli ha regalato nuove prospettive: “A livello personale mi sento un allenatore migliore e avverto l’interesse su di me. I successi servono per il morale ma poi occorrono serietà e organizzazione da parte della società, che quest’anno ha fatto tutto nel migliore dei modi. A livello di risorse si deve poi essere in grado di limare il gap con altre formazioni. Per tutte queste ragioni la priorità per il mio immediato futuro resta la JustMary, ho un contratto pluriennale e il mio agente sa che non deve propormi altre offerte. Attendo la decisione della società in primis per rispetto”.   

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Kulevicius in azione contro gli Svincolati Milazzo (foto Giuseppe De Paoli)

Il futuro verrà scritto a breve. La prossima settimana sarà decisiva: “Sul tavolo ci sono due diverse possibilità: o provare a confrontarci con la serie B, un campionato per il quale non occorrono particolari presentazioni ma che richiede risorse importanti e cose fatte bene. Altrimenti disputeremo la C Gold, categoria che analogamente propone molte difficoltà e un livello elevato. Infatti abbiamo formalizzato la domanda di ripescaggio ma bisogna attendere il Consiglio Federale del 29 luglio per capire se ci saranno posti vacanti”. La JustMary in particolare è quarta in graduatoria tra le squadre “riserva” dopo Cecina, Piadena e Montegranaro.

Manzo ha comunque le idee chiare: “In primis occorre un roster qualitativo per cui restiamo in attesa degli eventi, pur sapendo che si sta accumulando ritardo ma questo non è un aspetto che ci preoccupa. Infatti una categoria nazionale richiamerebbe a sé molto interesse sia da parte del capoluogo di provincia che da centri limitrofi per cui attendiamo: in caso valuteremo la soluzione che ci darebbe migliori garanzie e più visibilità. Infatti a parte alcuni giocatori già contrattualizzati, altri ragazzi attendono il nostro futuro per compiere le proprie scelte professionali”. 

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