A metterci la faccia per la società, dopo lo 0-1 contro il Picerno, è stato il direttore generale Lello Manfredi che ha provato a spiegare il perché del momento del Messina, sempre più ultimo in classifica, adesso a -8 dalla salvezza diretta: “Il nostro stato d’animo è uguale a quello di tutti quanti hanno a cuore le sorti del Messina. Io sono molto amareggiato e dispiaciuto per come stanno andando le cose. Il presidente è fuori Messina, ho provato a mettermi in contatto con lui e non ci sono riuscito. Oggi sono qui perché è giusto dare risposte a stampa e tifosi”.
“Tutto quello che si può fare per evitare di retrocedere in Serie D sarà fatto – ha assicurato Manfredi – ricorrendo anche al mercato. Magari non saremo noi ad intervenire, perché la proprietà deciderà di cambiare facendo le sue valutazioni, ma in questo momento nessuno si tira indietro, né ha alzato bandiera bianca. I tifosi possono chiedere che questa rivoluzione la faccia qualcun altro. Nessuno è comunque ancorato ad una poltrona. Non sempre purtroppo le ciambelle riescono con il buco, stavolta gli ingredienti che abbiamo messo sono sbagliati. Oggi però non bisogna piangere il morto, ma essere lucidi e pensare a risolvere i problemi”.
Manfredi non cerca giustificazioni di fronte ai soli 11 punti messi insieme, appena uno negli ultimi cinque turni: “Dopo le prime giornate potevamo parlare dei tanti giovani che dovevano integrarsi, del campo o dell’arbitro che ha sbagliato, ora non ci sono più alibi ma solo colpe da dividere. Non so se la proprietà abbia intenzione di andare avanti con questo gruppo di lavoro. Io sono a disposizione, come uno degli eventuali responsabili di questo risultato. Non sono mai retrocesso con il Messina e farò di tutto affinché ciò non accada. Vogliamo intervenire in maniera drastica, considerato che l’attuale gruppo non è all’altezza di tirarsi fuori da guai nonostante l’innegabile impegno. Sono già stati individuati degli elementi, verranno tesserati non appena aprirà il mercato”.
Il dirigente è tornato sulla necessità di una maggiore unione di intenti: “Non credo che il problema siano soltanto Manfredi, Pitino e Auteri. Personalmente ho detto al presidente che ero pronto a farmi da parte già dopo la sconfitta di Andria. Da tifosi anche noi siamo stanchi e amareggiati. Ad inizio anno speravamo che le cose si mettessero diversamente, magari anche con un po’ di fortuna. Adesso ci vuole una virata brusca da parte di tutto l’ambiente, che in città si è troppo negativizzato. Ci sono tifosi che non hanno neppure ritirato il loro abbonamento”.
Il terreno di gioco del “Franco Scoglio”, in condizioni pessime, è l’ulteriore nota negativa nell’arco di un periodo disastroso sotto tutti i punti di vista: “Siamo stati diffidati in settimana per la seconda volta dalla Lega e abbiamo girato il tutto all’ente proprietario, il Comune, che si sta facendo carico della manutenzione del terreno di gioco. Ci sono problemi legati al drenaggio e se non verranno subito superati dovremo giocare la prossima partita in casa su un altro campo, cosa che non saremo noi a decidere. Siamo penalizzati per il tipo di gioco palla a terra che ama attuare il mister. Il Picerno è andato in vantaggio in modo fortunoso, poi ha fatto rilanci di cinquanta metri, l’unica soluzione possibile. Dove si potrebbe andare? A Reggio e Palermo è occupato, un altro campo omologato per la C è solo a Catania, a meno che non si pensi di andare a Vibo Valentia, ma qualcosa si dovrà fare. Gli agronomi potranno dire se c’è tempo per risolvere il problema prima della prossima gara casalinga”.